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pena detentiva sospesa per due agenti di polizia per uso “intempestivo” di gas?

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Editoriale La Repubblica della Senna e della Marna

Pubblicato il

7 gennaio 2025 alle 18:52
; aggiornato il 7 gennaio 2025 alle 18:56

Un caso da manuale – e anche un caso di coscienza – per due agenti di polizia della brigata anticrimine da Montereau-Fault-Yonne, nella Senna e Marna. Sono apparsi su Lunedì 6 gennaio 2025 presso il tribunale penale di Fontainebleau, per violenza della polizia presunto. Il caso da manuale solleva l’ormai classica questione dell’intercettazioneun motociclista recalcitrante durante a rifiuto di ottemperare manifesto. Inoltre, il caso della coscienza mette in discussione l’uso di gas lacrimogeno per raggiungere questo obiettivo. È questa la difficile questione che i giudici dovranno risolvere dopo cinque ore di tesa udienza, il cui interesse principale sarà stato quello di comprendere la grande difficoltà e anche la grande miseria della professione di agente di polizia da campo. La sentenza è stata riservata.

Rifiuto di conformarsi al boulevard de Surville

I fatti, in questo caso molto semplici, sono avvenuti a Montereau, boulevard de Surville, il 18 agosto 2024, intorno alle ore 20. La banda del Bac si imbatte in uno scooter rattoppato con nastro adesivo e senza targa, che ha le sembianze di un macchina rubata. Inoltre, il pilota di 17 anni non ha casco né guanti. Da un esame approfondito emergerà che anche lui non ha un’assicurazione né un certificato di sicurezza stradale e che la due ruote è di provenienza più che dubbia.

Gli agenti hanno attivato il “2 tono”, lo hanno raggiunto e, arrivati ​​a lui, gli hanno intimato di fermarsi. L’altro li fissa e accelerato. Quando l’equipaggio si avvicina a una zona “ostile a priori”, dove questo tipo di inseguimento presenta rischi per i passanti, la polizia decide di essere più persuasiva. In questo caso tirando fuori i gas lacrimogeni. I filmati delle telecamere urbane trasmessi in udienza mostreranno tre successivi getti di gas: uno diretto verso terra e gli altri orizzontalmente.

Per nulla impressionato, il conducente del ciclomotore salta sul marciapiede per sfuggire ai suoi inseguitori, ma devia prima di distendersi e fuggire di nuovo, questa volta a piedi e senza scarpe… che ha perso nella caduta. Verrà intercettato qualche metro più avanti senza conseguenze diverse da quella della caduta. Nessuno in particolare all’altezza degli occhi, a causa dei gas lacrimogeni, come testimoniano le foto identificative della polizia.

La denuncia della Procura

Tutta la vicenda sarebbe finita lì, senza nemmeno una denuncia da parte del padre dell’adolescente, se il pubblico ministero non aveva deciso di iniziare procedimenti giudiziari…non contro l’autore del reato, ma contro i due agenti di polizia. Motivi addotti dai magistrati della Procura di Melun, specializzata in casi di minori: l’uso intempestivo di gas gassati costituisce un caso di “violenza aggravata”. Senza dimenticare il verbale della polizia redatto dal capo equipaggio, al ritorno dalla missione, che non specificava l’uso dei gas.

Ai due agenti di polizia vengono poste domande sotto lo sguardo sgomento di una ventina di colleghi accorsi come delegazione di sostegno. Non una parola in sala, ma un’atmosfera pesante, soprattutto quando i due poliziotti devono giustificarsi.

È necessaria la sospensione della pena detentiva

Uno in totale nella sua carriera, 25 anni di brigata d’intervento senza colpa in missioni sempre più rischiose. L’altro, più giovane, tiene il due medaglie (bronzo e argento) per il suo coraggio e il suo coinvolgimento durante la rivolte dell’estate 2023.

Ma quella sera non avrebbero dovuto tirare fuori le bibite! È quanto indica il pubblico ministero nelle sue richieste mentre pone la domanda cruciale: “Fino a che punto può spingersi la polizia per effettuare un arresto? In questo caso la risposta è chiara. Abbiamo dovuto lasciarlo andare! “.

Nelle loro memorie hanno chiesto gli avvocati dei due agenti di polizia relax ribaltando la domanda del pubblico ministero: “È loro compito arrestare i delinquenti, come possono farlo se neghiamo loro i mezzi?” »

Ha chiesto il pubblico ministero 3 mesi e 6 mesi di reclusione con sospensione della pena nei confronti degli imputati, accompagnati da 2 anni e 4 anni di penadivieto di missioni “strada pubblica” e “polizia giudiziaria”. Risposta il 3 febbraio.

Jean-François CALTOT

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