I leader attraversano l’equatore
Durante la siesta domenicale dei terrestri, Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance) e Yoann Richomme (PAPREC ARKÉA) hanno attraversato l’equatore. Il Normand lo ha attraversato alle 15:28 (14:38 ora UTC), impiegando 12 giorni e 15 ore tra Capo Horn e l’equatore, una grande prestazione vicina al record (11 giorni e 18 ore detenuto da Boris Herrmann (Malizia ) nell’edizione 2020-2021).
Questo nuovo passaggio simbolico dimostra che l’esito della corsa continua ad avvicinarsi. Mentre da due giorni beneficiano degli alisei, gli eterni rivali non lasciano nulla di intentato e tengono il passo.
Nel loro duello, Yoann è stato leggermente più veloce di Charlie nelle ultime 24 ore, anche se il divario è cambiato poco (128 miglia). Dopo l’equatore sarà già il momento della bonaccia che si dovrebbe superare nella notte.
Sébastien Simon (Groupe Dubreuil, 3°) sorride mentre guarda i suoi percorsi che lo portano ora al traguardo. Il Vendéen, che sta procedendo mure a dritta lungo il Brasile, ha parlato del suo 3° posto durante la sessione: “Non so se ci abitueremo, in ogni caso continuerò a lottare per consolidare la mia posizione. Senza il fioretto di dritta ho perso il treno con le due capolista ma fa parte del gioco. Ho la fortuna di avere condizioni miti, meno difficili dei miei inseguitori, non mi lamento di questo. Riesco a uscire con la testa dal pozzetto, la barca scivola bene… Poi rimango concentrato, ho ancora molta strada da fare. È una gara incredibile, non vedo l’ora di tagliare il traguardo per apprezzarla appieno.“
Beyou-Lunven, la fine dell’avventura comune? Continuano le grandi manovre nel gruppo degli inseguitori, da Thomas Ruyant (VULNERABLE, 4°) a Justine Mettraux (Teamwork-Team Snef, 10°). Stanno emergendo due opzioni tra coloro che stanno progredendo verso est, come Thomas Ruyant, Paul Meilhat (Biotherm) e Nicolas Lunven (HOLCIM – PRB), e Jérémie Beyou (Charal, 7°) che sta provando una rotta più occidentale. La coppia Lunven/Beyou si prenderebbe una pausa? Loro che fin dalla loro discesa dal Sud Atlantico portano avanti un match race da antologia: “Abbiamo quasi fatto un giro del mondo insieme”, rideva Nicolas Lunven in vacanza.
460 miglia più a sud, Benjamin Dutreux (Guyot Environnement – Water Family, 11°) e Clarisse Crémer (L’Occitane en Provence, 12°) stanno progredendo nello stesso sistema. Samantha Davies (Initiatives Cœur, 13°) si è riavvicinata nelle ultime ore senza riuscire a ritrovare il duo.
Le Cam, il “ritorno” Il giorno dopo aver superato Capo Horn, Jean Le Cam (Tout Commence en Finistère – Armor Lux, 16°) sta per raggiungere Romain Attanasio (Fortinet Best Western, 14°) e Damien Seguin (Groupe APICIL, 15). I due non hanno avuto altra scelta che dirigersi verso ovest e si sono scontrati con un anticiclone, di cui ha beneficiato “Re Giovanni” che dovrebbe tornare al suo livello all’inizio della settimana.
Un po’ più avanti, è stato Alan Roura (Hublot, 17°) ad assaporare il piacere di essere Capo Horner per la terza volta. Dopo aver dovuto combattere nelle ultime ore in condizioni virulente, superare questo traguardo leggendario è stato sinonimo di liberazione e di intensa felicità. Partecipando alle sessioni, afferma: “Nella vita di un marinaio piangiamo tre volte: quando compriamo una barca, quando doppiamo Capo Horn e quando vendiamo la nostra barca. Lì è bellissimo, è spuntato il giorno, vedo il cielo azzurro per la prima volta dopo tanto tempo. Avevo 55 nodi di vento e si è fermato appena l’ho attraversato. I Mari del Sud sono stati lunghi e duri per noi, non volevo prolungare il piacere! È una gara difficile, metti in pausa la tua vita per quattro anni ma vivere questa esperienza ti fa dimenticare tutti i momenti difficili. Sai che devi sempre mantenere la speranza e che non finisce mai!“
Isabelle Joschke (MACSF, 18°) e Giancarlo Pedote (Prysmian, 19°) dal canto loro hanno preferito rallentare per lasciar passare la parte “più grande” di questa depressione. Hanno ripreso il viaggio domenica e sono attesi domani mattina a Capo Horn, in condizioni che rimarranno toniche (6 metri di mare, 22 nodi di vento).
L’antimeridiano per Denis Van WeynberghChi punta la prua all’indietro comincia ad analizzare anche le previsioni meteo a Capo Horn. Si prevede che un nuovo fronte attraverserà la zona. Se Benjamin Ferré (Monnoyeur – Duo for a Job, 20°) riuscisse a restare in testa a questo fronte, ciò potrebbe riguardare il gruppo successivo, guidato da Tanguy Le Turquais (Lazare, 21°). Tanguy dà una notizia confortante, lui che ha detto di essere stato molto stanco in questi giorni: “È meglio! È vero che ho avuto un po’ di tregua. Gli ultimi giorni sono stati complessi con il tempo, le raffiche, il rilevamento degli iceberg. La fatica c’era e volevo condividerla. Abbiamo difficoltà a dormire e la lucidità può andare via velocemente!“
Dietro, ognuno ha le proprie preoccupazioni. Oliver Heer (Tut Gut., 30°) dovrebbe arrivare nella zona dove sono stati avvistati gli iceberg, il che rafforza la sua vigilanza e quella della direzione di gara. Manuel Cousin (Coup de Pouce, 33°) e Fabrice Amedeo (Nexans – Wewise, 34°) devono procedere controvento e al lasco ancora per qualche giorno mentre una depressione si approfondisce a est della Nuova Zelanda. Riguarda anche Denis Van Weynbergh (Gruppo D’Ieteren, 35°) che si permette il lusso di tornare indietro nel tempo. Visto che sta per attraversare l’antimeridiano, il belga si prepara a vivere due domeniche, che gli permettono di essere il più avanti nel tempo (è già il 6 gennaio a bordo del Gruppo D’Ieteren per una manciata d’ore. Basta cantare al a pieni polmoni che “gli ultimi sono i primi”!
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