Questa è una domanda che può porsi chiunque non sia informato sulla toponomastica o sulla geografia, e quale può sembrare ingenuo a un arabofono che non conosce la dimensione politica, geografica e linguistica che termini simili possono assumere.
Una volta, in Andalusia, una guida francese che parlava perfettamente spagnolo ci accompagnò in un giro e ci mostrò un ponte dicendo: “questo ponte risale all’epoca araba e si chiama Il Ponte dell’Alcantara »
Questa frase ha suscitato un leggero sorriso da parte dei turisti, quasi tutti marocchini, e uno di noi ha fatto notare che la parola Alcántara in arabo significa ponte, e la guida lo ha ringraziato per l’informazione.
E torniamo alla nostra prima domanda.
La persona che ha posto questa domanda non sapeva che la parola Sahara in arabo significa deserto. Un semplice pleonasmo involontario. Questo è ciò che accade quando molti fanno riferimento alla questione territoriale del Sahara marocchino, purtroppo, come un’area dal solo significato politico e non come un’indicazione con valenza geografica territoriale.
Questa zona geografica nel sud del Marocco, ufficialmente chiamata Province Meridionali del Maroccoappartenne amministrativamente e territorialmente al Marocco per secoli, prima di essere occupata dalla Spagna e recuperata dal Marocco dopo l’epopea pacifica della Marcia Verde nel 1975.
Una marcia avvenuta dopo che il Tribunale dell’Aia ha confermato in una sentenza (nel 1975) che essa è sempre esistita un rapporto di abnegazione, appartenenza e dipendenza tra le tribù del Sahara (Province del Sud) e il Trono marocchino (Sultani).
ILLa stessa cosa è accaduta quando il Marocco stava negoziando la sua indipendenza con la Francia (nel 1955), quando le tribù e gli abitanti del Sahara Orientale (a ovest dell’attuale Algeria, che allora si chiamava provincia francese, dove si trova Tindouf, dove si trova il Polisario), non vollero restare sotto sovranità francese e dichiararono di voler ritornare – sottolineando la parola ritorno – nella loro patria d’origine (documento negli archivi francesi del referendum effettuato dalla Francia in questo settore).
Il Marocco, in questo caso il re Mohamed V, non ha voluto negoziare la questione con i francesi perché difendeva anche l’indipendenza dei suoi fratelli d’Algeria (indipendenti nel 1962) ai quali ha poi fornito risorse finanziarie, militari e politiche in seno all’ONU.
Questo è quello che oggi viene chiamato Sahara Orientale, che storicamente e geograficamente era marocchino, comprese le zone dove attualmente sopravvive il Polisario (Tindouf), perché non vive.
La geografia nasconde verità che la storia spesso rivela, e i nomi dei luoghi lo confermano. Il Deserto esiste nel Sahara, nel vero Sahara, nel sud del Marocco, con toponimi veri e non con i nomi proposti nella farsa della Repubblica di Tindouf, con i suoi nomi-miraggio.
Nel Sahara marocchino c’è il deserto e nel deserto ci sono le dune, e oltre alle dune c’è anche il mare Atlantico.
Abdelali Barouki. Deputato e accademico marocchino
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