Le scioccanti dimissioni del ministro delle Finanze, avvenute lo stesso giorno del suo aggiornamento economico, hanno gettato in crisi il governo Trudeau.
In primo luogo, già indebolita da sondaggi devastanti per più di un anno, le dimissioni di Chrystia Freeland mina la rimanente autorità di Trudeau sul suo governo, sul suo gabinetto e nei confronti di Donald Trump.
In secondo luogo, all’alba di una possibile guerra tariffaria indicata da quest’ultimo, nella sua brutale lettera di addio, MMe Freeland accusa inoltre Trudeau di preferire “costosi trucchi politici” ad una gestione più rigorosa delle finanze pubbliche “per affrontare le gravi sfide presentate dagli Stati Uniti”.
In terzo luogo, apprendiamo che venerdì il primo ministro le ha detto che non voleva più che lei diventasse ministro delle Finanze. Questa rivelazione mette in luce le principali differenze tra i due sulla gestione delle finanze pubbliche e sulla natura della lotta da intraprendere sulle tariffe doganali.
Al momento, gli unici due vincitori di questo nuovo psicodramma sono Pierre Poilievre e Donald Trump. Parlando di “caos”, il leader conservatore continua a invocare elezioni, che ha ottime possibilità di vincere. Per quanto riguarda il presidente eletto Donald Trump, il suo disprezzo per Justin Trudeau è leggendario. Come non rallegrarsi delle clamorose dimissioni del suo ministro delle Finanze e delle sue durissime parole nei suoi confronti?
Una crisi che andava evitata
È come se la “buona mossa diplomatica” di Justin Trudeau a Mar-a-Lago non fosse mai avvenuta. MMe Freeland avrebbe voluto tuffarlo a testa in giù in una pentola d’acqua bollente, ma non lo avrebbe fatto diversamente.
Trattando il suo ministro in modo sprezzante – nonostante le sue comprovate capacità di negoziatore con gli Stati Uniti – il signor Trudeau ha comunque provocato l’ira della signora.Me Terra libera. Uno spreco a tutto tondo.
Dietro questa totale rottura della fiducia tra i due si nascondono anche guerre di potere interpersonali. Il sogno di Trudeau di fare del banchiere Mark Carney il suo prossimo Ministro delle Finanze ha fatto il resto.
Ciò che colpisce, però, è l’incapacità tattica di impedire comunque le dimissioni del sig.Me Freeland, anche solo per evitare una crisi così dannosa per l’immagine del primo ministro.
Disordine
Tuttavia, dicendogli che gli avrebbe tolto le finanze offrendogli allo stesso tempo un’umiliante retrocessione, l’esplosione divenne inevitabile. Dire che è tutto “disordinato” è l’eufemismo del decennio.
Nel momento in cui scriviamo queste righe è stata annunciata la nomina di Dominic LeBlanc a Ministro delle Finanze.
Il braccio destro di Trudeau farà sì che non ci siano più disaccordi tra il Primo Ministro e il Ministero delle Finanze. Sarà sempre un dato di fatto.
Resta il fatto che sta prendendo piede l’immagine di un governo alla fine del suo regime. Di fronte a Trump il Canada ne esce necessariamente indebolito.
Determinato a restare in carica, riuscirà comunque Justin Trudeau a impedire che l’elefante americano inghiottisca il topo canadese in un solo boccone?
Questa domanda è vitale. Sempre più cittadini preoccupati si porranno questa domanda.
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