Un anno e pochi mesi dopo la sua visita a Marsiglia, Papa Francesco torna sulle sponde del Mediterraneo. Mentre il suo predecessore Benedetto XVI veniva, il 12 settembre 2008, ad inaugurare il Collège des Bernardins, a Parigi, con un importante discorso sulle fonti della cultura europea, Francesco veniva a chiudere un congresso dedicato alla “religione popolare”. I diversi aspetti di questo viaggio sembrano coerenti con il suo modo di fare.
Perché hai scelto la Corsica e non Parigi? [et la réouverture de Notre-Dame] ? Non dobbiamo essere troppo frettolosi per vederlo così “rabbia” con la Francia, nonostante qualche frase infelice del passato (“Vado a Marsiglia e non in Francia”). Francesco ha un rapporto speciale con il nostro Paese. Laicità e cultura illuminista non sembrano attirarlo. Il pensiero francese deve sembrargli troppo razionale. D'altra parte, apprezza gli autori spirituali, che cita volentieri, François de Sales, Thérèse de Lisieux e persino Charles de Foucauld. Suo Lettera sulla letteratura cita Proust e Cocteau. In più occasioni ha menzionato anche un autore che un giorno dovrà chiarire cosa gli interessa di lui, Michel de Certeau.
Ovviamente a François piacciono i confini. Nel “centro” (Notre-Dame de Paris), preferisce le “periferie”. Alle cerimonie ufficiali e ai raduni dei capi di Stato preferisce le manifestazioni più popolari (la riapertura di Notre-Dame è avvenuta in parte, ma dietro transenne).
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Con questo viaggio comprendiamo anche l'importanza dei rapporti personali di Francesco, i suoi “preferiti”. Il profilo del cardinale francescano François Bustillo [évêque d’Ajaccio] gli piace, come quello del suo vicino marsigliese, Jean-Marc Aveline. Il papa non si preoccupa delle solite gerarchie. Gli arcivescovi delle capitali, non sempre cardinali come era tradizione, attenderanno un'ipotetica visita. L'elenco delle sedi cardinalizie si estende a luoghi sorprendenti (Dili a Timor Est, Ekwulobia in Nigeria, Les Cayes ad Haiti, ecc.) considerando il passato.
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