Secondo le nostre informazioni, un’altra traccia è arrivata quest’estate sulla tavola “arizoniana”. Lo hanno avanzato gli stessi rappresentanti della Difesa nel corso dei contatti con i presidenti dei cinque partiti della futura coalizione federale. Si trattava di lanciare un “voucher Difesa”, vale a dire un voucher statale dedicato al rifinanziamento del dipartimento, qualunque sia la traiettoria di bilancio scelta alla fine (2% del Pil per la fine della legislatura o 2,5% per il 2035).
Questa idea non è inverosimile. Se ne è parlato addirittura l’economista Peter De Keyzer in una carta bianca pubblicata nel Il tempo all’inizio dell’anno. Sul modello dei grandi prestiti di guerra, propone questa soluzione: “Mobilitare il capitale popolare con l’obiettivo di ricostruire la nostra difesa collettiva […]. L’emissione di voucher per la difesa non solo consentirebbe al Belgio di ottenere le risorse necessarie per la sua protezione, ma aumenterebbe anche la partecipazione dei cittadini e rafforzerebbe la fiducia nella sicurezza nazionale.“.
Coinvolgere i cittadini
Ma questa idea è stata rapidamente respinta dai negoziatori perché, secondo loro, il Belgio non poteva più permettersi di aumentare ulteriormente il peso del suo debito. “Un titolo della Difesa pari a un titolo di Stato, è solo debito, qualunque cosa accada.“, critica un “arizoniano”, il quale conferma anche che i rappresentanti della Difesa avevano effettivamente suggerito questo metodo. “D’altra parte, il vantaggio di questa formula è quello di interessare il cittadino alla Difesa“, riconosce però lo stesso informatore. L’idea di un fondo finanziato dalla vendita di beni resta, in questa fase, a favore dei soci della futura maggioranza.
Aumentare la spesa per la difesa al 2% del PIL porterà 10,5 miliardi di euro alla società belga
Ricordiamo che lo sconvolgimento geopolitico e il ritorno di Donald Trump a Washington a gennaio hanno riportato le questioni militari nell’agenda federale. Sotto Vivaldi (il governo De Croo), era stata definita una tabella di marcia per il reinvestimento nella Difesa per raggiungere il livello “Otanesque” del 2%. Ma ora i partiti “arizoniani” vogliono fare meglio. Un modo per rispondere alle questioni internazionali, ma anche per distinguersi con una decisione forte della squadra federale nell’attualità.
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