Dopo il rifiuto dello Stato di ricorrere alla Corte di cassazione, 28 proprietari di Rosbruck, nella Mosella, riceveranno un risarcimento per le loro case danneggiate dal cedimento minerario. L’associazione CLCV deplora che la riparazione “non sia completa” per le persone più colpite.
“17 anni sono tanti, era ora che finisse”. testimonia Joëlle Pirih, presidente dell'associazione CLCV (Consommation Logement Cadre de vie) di Rosbruck, ospite di France Bleu Lorraine, martedì 10 dicembre. Da 17 anni combatte ottenere un risarcimento dai proprietari del villaggio colpita dalla subsidenza minerariaquando le case crollano a causa delle miniere di carbone non riempite. Lo Stato ha rinunciato al ricorso alla Corte di Cassazioneaprendo la strada a risarcimento di 3,2 milioni di euro per 28 vittime.
“Ma non è una vittoria completa”, le sfumature di Joëlle Pirih. “Per chi non ha troppi danni e non ha piste è una vera vittoria. Ma pensiamo a tutti coloro che non hanno ottenuto la riparazione totale, cioè le grandi pendenze, che causano il maggior disordine nelle case. Ciò significa che continueremo a vivere in case fatiscenti, perché non abbiamo ottenuto almeno il recupero.
La coppia Pirih si toccherà 102.000 euro di compenso per realizzare un massettouno strato di cemento per stabilizzare la casa. “Non basterà rafforzare la cantina” deplora Joëlle Pirih. “Questo è un lavoro irrealistico! Già non troviamo nessuna ditta che venga a riparare le nostre finestre, che sono storti e ammuffite. Lo stesso per il tetto che è sul versante opposto! Allora mettete un massetto… Abbiamo già chiesto diversi imprenditori dicono che non è possibile!
“Devi essere pazzo per comprarlo”
Il pensionato della Mosella resta amareggiato nei confronti della società Charbonnages de France, che gestivano lo sfruttamento delle miniere. “Nel 2002 abbiamo chiesto loro delle riparazioni e anche il sollevamento delle case”, dice. “Non hanno accettato, con il pretesto che avevamo 2,6 centimetri per metro di pendenza. Per loro, per ottenere una compensazione, ci vogliono 3 centimetri. Approssimati ai quattro millimetri…”
Nonostante le rinunce dello Stato, resta da voltare pagina “impossibile” per Joëlle Pirih. “Abbiamo 75 anni e dopo di noi non potremo più affittare la casa” spiega. “È un vaglio termico, consuma energia e si ritrova in zona rossa dopo il cedimento minerario di quindici metri. È impossibile venderlo, mi dicono sempre che bisogna essere dei pazzi per farlo. comprarlo.”
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