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????????Danyel Waro, Ann O'aro e Jean D'Amérique, crociati della poesia creola dall'Isola della Riunione ad Haiti

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Il Museo Quai Branly ha riunito pochi giorni fa questi tre poeti e artisti impegnati a Parigi per un incontro senza precedenti. Questo momento chiamato “Créolités” ha permesso all’Oceano Indiano e ai Caraibi di incrociarsi e vedere la loro vicinanza. La leggenda di Maloya Danyel Waro, così come Ann O'aro e Jean D'Amérique, sottolineano l'importanza di tali incontri in “L'Oreille est boldie”. Conversazioni sane.

È stato a Parigi un bellissimo incontro tra i secoli, gli oceani e i creoli: il feroce difensore dei valori culturali della Reunion – Maloya in testa – Daniele Waro è consapevole del significato di questi momenti e della necessità di trasmettere. Questo è forse anche il motivo per cui di tanto in tanto cammina con lui Ann O'aro sui palcoscenici. Colei che, quest'anno, ha ottenuto per il suo album la prestigiosa Victoire du jazz nella categoria “World Music”. Bluè infatti in linea con la leggenda di Waro. I suoi testi, la sua musica, il suo modo di sussurrare o pronunciare le parole fanno di lei la degna erede di una tradizione poetica e impegnata, lungi dal dispiacere a Danyel Waro.

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Jean D'Amérique, Danyel Waro e Ann O'aro: un ponte tra Haiti e Reunion

©Musée du Quai Branly – Jacques Chirac / Mehrak Habibi

Nello spazio di Museo del Quai Branly sta al loro fianco Giovanni d'Americapoeta, scrittore, slammer con anche una forte eredità: quella di Haiti, la primissima repubblica nera; Haiti colonizzata, distrutta dagli elementi e dagli sconvolgimenti politici e oggi afflitta dalla violenza, ma Haiti ancora in piedi. I tre, insieme, hanno scoperto se stessi e hanno adattato i loro testi e le loro interpretazioni per offrire la giusta musicalità. L'incontro, orchestrato rapidamente, è stato tanto più bello…
Ascolta Danyel Waro, Ann O'aro e Jean D'Amérique parlare di incontri essenziali e poesia nel podcast L'orecchio è audace :

Ognuno ha la propria storia condivisa! Se i rispettivi paesi sono in gran parte all'origine delle loro ispirazioni, ognuno di loro porta con sé anche una lotta, dolori e intime dolcezze che sgorgano e gridano tra le righe.

Il “disturbo dell'identità” per Danyel Waro, con la sua serie di domande a volte senza risposta che agitano l'uomo e il Paese: White, Kaffir, Malbar… chi siamo quando veniamo da Reunion? Il cantante di maloya risponde da tempo a questa domanda, in particolare nella sua canzone Batarità : non è l'uno o l'altro elemento che fa il Paese ma l'insieme ed è anche questo il motivo per cui ogni incontro con il fratello d'oltreoceano è benefico. La storia comune (schiavitù, colonizzazione, ecc.) di Isola della Riunione, Mauritius, Guadalupa, Martinica e Haiti evidenzia quanto abbiamo bisogno che l'umanità guarisca le ferite…

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Anche Danyel Waro è stato in concerto al Musée du Quai Branly

©Musée du Quai Branly – Jacques Chirac / Mehrak Habibi

Guarire le ferite nel testo, in una canzone o in un grido è senza dubbio anche il credo di Ann O'aro. Profondamente proveniente dalla Riunione, desidera anche incontrare gli altri; Del resto basta vedere il contenuto dei suoi progetti che la portano verso collaborazioni musicali mixando suoni provenienti da paesi diversi dal suo e il risultato è ancora più toccante.

E poi c'è questa intimità che scaturisce dalle parole e dalla voce di Ann O'aro con questi temi forti e potenti che parlano di dolore – come ad esempio l'incesto che ricorre nei testi dell'autore-performer – e talvolta del bisogno di consolazione e riparazione. . In L'orecchio è audaceAnn O'aro arriva addirittura a dire che la vergogna è più “facile da nascondere” in una canzone che in un testo declamato. Proprio come a volte è più facile per lei trasmettere e dire cose dure attraverso la musica soft…

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Poeta e cantante Ann O'aro

©Musée du Quai Branly – Jacques Chirac / Mehrak Habibi

Jean D'Amérique parla di pianto e questo è un punto in comune con Ann O'aro, durante lo scambio offerto tra i due in L’Orecchio… Il bisogno di gridare ciò che fa male in una poesia di stupefacente bellezza che, come si suol dire, non è meno dura. La poesia dell'autore haitiano è stata una “vera scoperta”, dicono Danyel Waro e Ann O'aro. E quando i tre hanno risposto all'invito del Musée du Quai Branly, è stato ovvio che fosse giunto il momento di orchestrare lo spettacolo che avrebbero offerto al pubblico, arrivato numeroso per assistere a questo incontro unico.

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Jean D'Amérique, poeta, scrittore, slammer

©Musée du Quai Branly – Jacques Chirac / Mehrak Habibi

Jean D'Amérique porta dentro di sé la sua Haiti e, che siano o meno in creolo, i suoi testi distillano sempre, inevitabilmente, questa identità che è sua. Ed è anche questa creolezza che lo avvicina ai suoi due complici e ora complici della Reunion.

E ascoltare questo momento sospeso che Danyel Waro e la sua coscienza poetica, artistica, politica, umana e umanista ci hanno offerto da un lato e Ann O'aro dall'altro, complicità con Jean d'Amérique, rispondendosi a vicenda, il altri come se riecheggiassero l'attualità della poesia nel mondo di oggi, del testo, dei creoli, delle identità, della Storia e dell'intimo.
Momenti sospesi tra uomini e donne, tra oceani, tra isole come vorremmo (ri)vivere molto spesso.

Trovare Danyel Waro, Ann O'aro e Jean D'Amérique in L'orecchio è audaceè QUI !

Oppure qui:

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“Créolités” proposti dal Muse du Quai Branly il 23 e 24 novembre 2024

©Museo Quai Branly – Jacques Chirac

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