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All’UNESCO, il Marocco denuncia l’appropriazione culturale del caftano Ntaâ di Fez da parte dell’Algeria – Telquel.ma

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Pche rappresenta la Dichiarazione del Regno del Marocco a seguito dell’adozione da parte del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, riunito per la sua 19a edizionee sessione nella capitale del Paraguay (2-7 dicembre), di decisione riguardante il dossier di uno Stato sottomesso (Algeria, ndr) che ha presentato a Gandoura e El Mlehfa una foto e immagini video di presentazione del caftano Ntaâ marocchino di Fez, Addahre ha affermato che “il Regno del Marocco, pur aderendo pienamente allo spirito di apertura e di pace la cui sacralità ha la precedenza e trascende le frontiere, riafferma che la Convenzione non deve in alcun modo essere oggetto di sfruttamento a fini di usurpazione culturale o di strumentalizzazione politica come previsto nell’art. l’atto costitutivo della nostra Organizzazione”.

L’ambasciatore ha sottolineato che “se il patrimonio culturale immateriale opera per unire le persone, la sua tutela e promozione sono più che essenziali per preservare la sovranità e l’integrità culturale delle nostre Nazioni e l’identità specifica delle nostre comunità”.

Lo spirito di compromesso e di saggezza che il Regno del Marocco ha sempre dimostrato, ha osservato Addahre, “non può lasciare spazio a manovre di appropriazione culturale che tutti i membri del Comitato unanimemente respingono”.

A questo proposito, ha sottolineato, “Vorrei esprimere a loro, così come ai membri del Segretariato, i miei più sinceri ringraziamenti per i loro sforzi e la loro interazione costruttiva con la sfida lanciata dal Marocco diversi mesi fa”.

I miei più sinceri ringraziamentiha continuato l’ambasciatore, sono rivolte anche agli onorevoli membri dell’Organismo di Valutazione che hanno gentilmente proposto al Segretariato di integrare il paragrafo 4 nel testo della decisione 7.b.CO20, rispondendo così alla sfida lanciata dal Marocco ormai da diversi mesi, ricordando che l’uso del la documentazione di supporto (sequenze fotografiche e video) non implica alcuna origine, appropriazione o proprietà intellettuale del patrimonio culturale immateriale”.

Addahre ha affermato che “Consapevole dell’imperativo di neutralità che ci viene imposto dai criteri oggettivi delle Direttive Operative, il Regno del Marocco resta convinto dell’importanza speciale che rivestono per le nostre comunità la storia e la genesi del know-how e la loro preservazione. Questo know-how costituisce una delle basi della sovranità culturale e un indicatore essenziale dell’identità delle nostre Nazioni, è quindi nostro dovere tutelarlo.”.

Ha citato in questo particolare contesto “l’esempio dell’emblematico Ntaâ Caftano della città di Fez con i suoi molteplici ricami animali e floreali, la cui foto è stata introdotta in modo inspiegabile e crudele nel fascicolo dello Stato proponente e in disaccordo con l’elemento presentato per l’iscrizione”.

Il caftano marocchino, ha spiegato Addahre, “oggetto di una domanda di registrazione nel ciclo 2025, e riconosciuto a livello mondiale per la sua bellezza e il know-how unico che lo ha modellato per diversi secoli, è purtroppo oggetto di tentativi di appropriazione allo stesso modo di altri elementi del patrimonio vivente marocchino”.

Ciò deriva probabilmente dall’esigenza di colmare un deficit di profondità storica che ha portato lo Stato sottomesso a voler inventare e a prendersi delle libertà rispetto alle realtà fattuali del patrimonio, sapendo che, contrariamente a quanto alcuni credono, la questione dei beni non rientra nell’ambito UNESCO, ma altre organizzazioni internazionali“, ha detto.

E l’ambasciatore ha aggiunto che “va da sé che la vera identità non risiede solo negli elementi del patrimonio immateriale, ma nei valori strutturanti dell’immaginario di un popolo”.

(con MAPPA)

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