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Questa è una settimana cruciale per il futuro dell’esercito svizzero

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Per mesi, il Parlamento ha elaborato piani su dove dovrebbero essere fatti risparmi nel bilancio per finanziare l’aumento della spesa militare. Questa settimana il Parlamento dovrà annunciare il colore del bilancio 2025.

Reto Wattenhofer / cap

Martedì cominciano le cose serie: il Consiglio nazionale dà inizio alle deliberazioni sul bilancio per l’anno 2025. Non è insolito: durante ogni sessione invernale il Parlamento deve approvare il bilancio preventivo della Confederazione. Ma quest’anno non si tratta di una questione di routine, bensì di un dibattito estremamente vivace. Il motivo è semplice: il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati vogliono stanziare per l’esercito ben più soldi di quelli del Consiglio federale. Ma tutti sanno che il conto non c’è. Allora da dove verranno i soldi? Prima del grande dibattito che durerà sicuramente diversi giorni, chiariamo le questioni più importanti.

Quanti soldi dovrebbe ricevere l’esercito?

I partiti borghesi vogliono aumentare le spese per l’esercito in maniera più marcata rispetto al Consiglio federale: stimano che nei prossimi quattro anni l’esercito avrà bisogno di altri quattro miliardi di franchi. Nel 2030 le spese dell’esercito ammonterebbero quindi all’1% del prodotto interno lordo (PIL). Le commissioni delle finanze di entrambe le Camere ritengono che l’anno prossimo l’esercito dovrebbe ricevere 530 milioni di franchi in più rispetto a quanto previsto dal Consiglio federale.

Da dove verrà? soldi?

La Commissione delle finanze del Consiglio nazionale vuole risparmiare anche in altri settori. Si rifiuta di finanziare il denaro aggiuntivo con entrate aggiuntive. Occorre drenare soprattutto gli aiuti allo sviluppo. La commissione vuole risparmiare 250 milioni di franchi. A ciò si aggiungono le riduzioni trasversali del personale (70 milioni di franchi) e dei servizi esterni (35 milioni). Sono previsti risparmi anche nel settore dell’asilo (105 milioni), la parte del leone arriverà dalla già annunciata chiusura dei centri federali per l’asilo.

Perché questa proposta non dovrebbe imporsi?

I tagli alla cooperazione allo sviluppo sono molto controversi. In effetti, anche gli aiuti all’Ucraina dovranno essere finanziati da questa dotazione per i prossimi quattro anni; A questo scopo sono riservati 1,5 miliardi degli 11,3 miliardi complessivi. Quindi ci sono già meno soldi per il resto del mondo. Le organizzazioni di mutuo soccorso criticano il fatto che i risparmi avvengano a spese dei più poveri. Le critiche da sinistra furono ancora più dure.

La Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati ha ascoltato le proteste. Vuole quindi rinunciare a tagli radicali alla cooperazione allo sviluppo. In questo settore si dovrebbero risparmiare solo 30 milioni di franchi. Jakob Stark, consigliere statale e presidente del comitato dell’UDC, ha motivato questa decisione con il fatto che nei prossimi quattro anni anche gli aiuti all’Ucraina dovranno essere finanziati con questo fondo comune. Per i prossimi anni, la Commissione prevede di limitare la spesa per gli aiuti allo sviluppo. Questo è anche ciò che il Consiglio federale prevede nel suo pacchetto di sgravi finanziari.

È nel settore dell’asilo che la Commissione Finanze del Consiglio degli Stati prevede i maggiori risparmi. Come la commissione sorella, stima che per i centri federali d’asilo serviranno 85 milioni di franchi in meno. Inoltre stanzia 100 milioni di franchi in meno per l’aiuto sociale, il che viene giustificato con il calo del numero dei richiedenti l’asilo. Anche i politici finanziari del Consiglio degli Stati auspicano maggiori risparmi per il personale federale, investimenti nell’edilizia e nella logistica o per i consulenti esterni.

Spese dell’esercito sono scolpiti nella pietra?

NO. La Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati ha pensato oltre il preventivo del prossimo anno. Presenta un nuovo percorso di crescita rallentata per la spesa militare. Con questo piano la spesa non dovrebbe raggiungere l’1% del Pil entro il 2030, ma entro il 2032. È un compromesso. Il Consiglio federale vuole raggiungere questo obiettivo solo nel 2035, il Parlamento nel 2030.

I politici finanziari del Consiglio degli Stati ritengono che l’esercito abbia bisogno di entrate aggiuntive. Desiderano adattare la chiave di distribuzione delle entrate derivanti dall’imposta minima dell’OCSE. Attualmente il 75% delle entrate aggiuntive va ai Cantoni e il 25% alla Confederazione. D’ora in poi le entrate aggiuntive dovrebbero andare per metà alla Confederazione e per l’altra metà ai Cantoni.

E se il Parlamento non sei d’accordo?

Se una delle Camere – cioè il Consiglio nazionale o il Consiglio degli Stati – respinge due volte il preventivo durante la votazione generale, si arriva ad un bilancio di emergenza. Dal 1872, questo è successo sette volte. In tal caso, secondo l’Amministrazione delle finanze, il Parlamento dovrà discutere a dicembre un bilancio transitorio per il primo trimestre del 2025. Esso verrà stabilito ad hoc dal Consiglio federale. Senza una decisione federale l’amministrazione non può agire. Il bilancio normale sarà poi discusso nel marzo 2025.

L’ultima volta che ciò è accaduto è stato nel 1975, a causa delle entrate aggiuntive già preventivate che furono rimosse per decisione popolare. Questo è quasi successo anche nel 2016. Nella prima votazione generale del Consiglio nazionale il preventivo è stato adottato solo con una ristretta maggioranza di 79 sì, 75 no e 40 astensioni. Il consigliere nazionale sangallese Markus Ritter, allora responsabile del Centro, non ricorda volentieri questa esperienza: «Sono invecchiato di cinque anni e ho quasi avuto un infarto».

Tradotto e adattato dal tedesco da Léa Krejci

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