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marcia contro la violenza dopo la morte di Ali, accoltellato a 17 anni

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“Insieme contro la violenza”, circa 350 persone, tra cui molti adolescenti, hanno partecipato domenica a Sarcelles (Val-d'Oise) ad una marcia in memoria di Ali, 17 anni, ucciso il 12 novembre da un ragazzo della stessa città e di coetaneo, in carcere da allora.

Dietro lo striscione “la violenza non ha posto nelle nostre strade né nei nostri cuori”, la madre di Ali è rimasta in silenzio, indossando una maglietta con il nome di suo figlio e il disegno di una colomba. Una zia dell'adolescente è intervenuta per ringraziare la polizia e il comune, compreso il sindaco socialista Patrick Haddad, che era presente insieme ad altri funzionari eletti. Ha concluso la manifestazione con lo slogan della manifestazione: “agiamo insieme contro la violenza”.

Famiglie distrutte

“Sono i nostri fratellini che si uccidono a vicenda, sono le nostre madri che piangono”, ha detto una figura della lotta contro le risse mortali in Val-d'Oise, Adama Camara, che ha perso suo figlio nel 2011. vecchio fratello, pugnalato e ha scontato una pena in prigione dopo aver tentato di vendicarlo. “La vostra vita conta, fratellini, vendicatevi, lasciate perdere”, ha detto agli adolescenti presenti, aggiungendo: “Potete dire che siamo bravi ragazzi, c'è 1 a 0, ci vendicheremo, ma voi lo farete”. e andrai in prigione, tutti ti dimenticheranno”.

Sotto la sorveglianza degli agenti di polizia, il corteo ha poi lasciato nel pomeriggio e davanti a testimoni il parcheggio dove Ali è morto “per una pugnalata al cuore” secondo i parenti, davanti a un centro commerciale di Sarcelles, a una ventina di chilometri. a nord di Parigi. Un adolescente di 17 anni di un altro quartiere, sospettato di aver effettuato l'accoltellamento, è stato arrestato il 16 novembre dagli investigatori del servizio interdipartimentale di polizia giudiziaria Val-d'Oise, secondo una fonte vicina alle indagini. Per queste indagini sono stati mobilitati una quindicina di agenti di polizia, sulle tracce delle rivalità tra giovani di quartieri diversi.

Il 13 novembre, durante un incontro in memoria di Ali, Assa Traoré, conosciuta come attivista “contro la violenza della polizia” dalla morte di suo fratello Adama nel 2016, è intervenuta anche lei in qualità di ex educatrice a Sarcelles, chiedendo di decostruire il fatto che è diventato “normale che un bambino uccida un altro bambino”. “Siamo in risse che vanno avanti da 20 o 30 anni”, ha sottolineato Assa Traoré, chiedendo ai giovani presenti di fermare il meccanismo “avete ucciso mio fratello, mio ​​amico, quindi ricominciamo”.

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