Questa cruciale informazione, quando conosciamo l’importanza dei rapporti tra i nostri due Paesi, è stata da noi seguita con professionalità e serietà, e tutte le nostre pubblicazioni sono rimaste colpite dal fatto e dalla sua verifica.
Per questo siamo rimasti stupiti nel vedere che la RSI si era permessa di rimproverarci il nostro operato e soprattutto ci aveva negato il diritto di interessarci di questa situazione, trattandoci addirittura come pericolosi fomentatori capaci di incendiare le relazioni senegalesi. -Maliano. Proprio quello!
Riprendendo senza alcuna precauzione un comunicato stampa del Ministero degli Interni, Mamadou Ramata Diallo, nel suo programma imprudentemente intitolato “FACK CHECKING”, invece di “FACT”, che significa appunto “FATTI”, ha dimostrato con questo errore di non aver non sa di cosa stesse parlando, ha affermato di dover, a suo dire, “fornire chiarimenti sulle presunte restrizioni all’ingresso dei cittadini maliani sul territorio nazionale”.
Una persona che si definisce giornalista e non sa che “off” nel giornalismo si riferisce a un termine per discussioni informali tra giornalisti e leader politici, il cui contenuto non dovrebbe essere riprodotto” e che le mostra in tutta la sua rubrica di “FACK CHEKING”, come dice lei, è in una posizione piuttosto inadeguata per etichettarci come “certa stampa”.
Presentiamo alla RSI il contenuto del nostro lavoro, che non soffre di alcuna violazione dei principi del lavoro giornalistico consistente nel ricercare, verificare e triangolare le nostre informazioni. Affinché Mamadou Ramata Diallo della RSI possa trarne insegnamento, Dakaractu ritorna per voi in tutte le tappe che hanno segnato la nostra costante preoccupazione di tenere i nostri lettori ben informati, e soprattutto con piena responsabilità e con piena consapevolezza dell’acutezza di questo argomento. .
Storico Di notre lavoro .
Dakaractu ha inizialmente agito come canale di queste informazioni, rivelando che d’ora in poi i cittadini maliani dovranno accontentarsi di uno dei due documenti, in questo caso la carta biometrica o il passaporto, per entrare in Senegal.
In Senegal, infatti, i maliani potrebbero entrare con la carta NINA, il passaporto o anche la carta d’identificazione biometrica nazionale. Ma ora vengono sistematicamente respinti quando raggiungono le frontiere senegalesi, perché non hanno la carta biometrica né il passaporto.
Abbiamo aggiunto che a quanto pare l’informazione non era in possesso della maggior parte dei maliani. Spingendo l’interrogativo chiedendoci perché queste misure non fossero state ampiamente comunicate dalle competenti autorità senegalesi. Abbiamo chiamato l’ufficiale delle comunicazioni della Polizia Nazionale, che poi ha risposto: “Non dico che le informazioni siano false, ma non le ho ancora ricevute” e poi ci ha assicurato che ci ricontatteremo dopo la verifica.
Dakaractu ha poi contattato telefonicamente a Bamako il responsabile degli affari sociali e delle questioni migratorie presso la segreteria esecutiva del Consiglio superiore dei maliani provenienti dall’estero, Mamadou Lamine Bane, che ci ha informato con parole precise della situazione: “Si tratta di diversi convogli di passeggeri che viaggiavano sui trasporti pubblici tra Bamako e Dakar Arrivati alla frontiera, durante il controllo passeggeri, molti di loro si sono trovati di fronte al rifiuto della carta nazionale. carta d’identità classica del Mali (carta scritta a mano o carta NINA) La polizia alla frontiera senegalese a Kidira ha accettato solo la nuova carta biometrica o i passaporti. […]. Gli agenti della polizia di frontiera senegalese hanno affermato che si tratta di una misura generale, un’applicazione delle norme comunitarie dell’ECOWAS e dell’UEMOA sulla carta d’identità biometrica che è lo strumento di identificazione riconosciuto.
Aggiungendo che infine c’è stato questo comunicato della polizia senegalese che ha sospeso la misura e che attualmente le persone transitano normalmente con la carta NINA, la carta biometrica e il passaporto.
Rispondendo alla nostra domanda sulla possibilità di colloqui tra le autorità dei due paesi, il signor Bane ci ha poi detto: “Penso che avrebbe potuto aver luogo un negoziato tra i due governi. In ogni caso, credo che l’accelerazione della sospensione possa essere intesa come colloqui ad alto livello tra le massime autorità dei due Paesi. In ogni caso, a livello dell’Alto Consiglio dei Maliani all’Estero e della Missione Diplomatica, era prevista una missione per raggiungere la frontiera […] per chiedere sollievo dalla situazione, ma prima che la missione partisse, è stato dato l’annuncio che la misura era sospesa (). Penso che ciò che potrebbe aver accelerato le cose siano stati i colloqui tra le autorità dei due paesi”.
Continuando scrupolosamente a svolgere il proprio lavoro nella massima ortodossia giornalistica, Dakaractu ha contattato il signor Mohamed El Dicko, presidente della sezione del Consiglio Nazionale della Gioventù del Mali/Senegal, che in questa intervista con noi è tornato sui contorni di questa decisione sfumata.
“Infatti c’è stato un blocco nell’utilizzo di alcuni documenti di viaggio (Nina e carte consolari). Viaggiavamo via terra con la tessera consolare, la carta d’identità NINA, la carta biometrica o il passaporto. Chiunque fosse in possesso di questi documenti aveva un facile accesso via terra al territorio senegalese», precisando che l’ingresso in Senegal via terra con questi ultimi due documenti era vietato da una settimana. »
Abbiamo verificato le nostre informazioni con la Sezione Nazionale della Gioventù del Mali/Senegal e il suo presidente, il quale ci ha detto di aver contattato le massime autorità e di aver preso la decisione di diffondere un comunicato stampa per rassicurare i loro connazionali.
Questo comunicato stampa n°051 della Sezione CNJ-MALI/Senegal relativo alla revoca delle misure adottate dalle autorità senegalesi spiega che il segretariato generale della Sezione Nazionale della Gioventù del Consiglio Nazionale della Gioventù del Mali/Senegal informa l’opinione nazionale e internazionale che a seguito dei negoziati con le parti interessate, tutti i documenti di viaggio dal Mali sono autorizzati ai passeggeri che desiderano venire in Senegal, vale a dire la carta consolare, la carta Nina, la carta biometrica e il passaporto erano validi.
Aggiungendo: “Salutiamo la diligenza delle nostre massime autorità senza dimenticare il buon senso delle autorità del paese ospitante che è il Senegal”.
Mamadou Ramata Diallo, Dakaractu ti risparmia gli altri contatti che abbiamo dovuto interrogare, come il caporedattore della radio “StudioTamani”, tante persone che la tua presunta professionalità avrebbe dovuto spingerti a incontrare e interrogare invece di chiederci a noi, di fornirvi i loro contatti per fare il vostro “FACT CHECKING” così è scritto, affinché in futuro non abusiate di questo genere giornalistico di cui il nostro Paese ha tanto bisogno vedere lo sviluppo di un Paese che rinnova un legame forte con l’informazione e con chi la informa, fuori da ogni cappellania di parte o di stato.
Mamadou Ramata Diallo della RSI, ve lo diciamo senza rancore, ma in piena libertà e responsabilità.
Controlla bene! ! !
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