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si dimentica di denunciare al fisco il cambio di indirizzo, in tribunale è una doccia fredda

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Editoriale Parigi

Pubblicato il

30 novembre 2024 7:44

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Una svista che gli costerà caro. Il tribunale amministrativo di Parigi ha respinto la richiesta di un residente del 18° arrondissement di Parigi che aveva chiesto “indulgenza” e “clemenza” dopo essersi dimenticato di denunciare il suo cambio di indirizzo al fisco.

Le tasse non vogliono sentire niente

Quest'uomo di Fretin (Nord) è effettivamente arrivato a Parigi nel 2021: si è stabilito in rue Damrémont. Ma ha dovuto pagare l'imposta sulla casa per l'anno 2023 su questa “residenza secondaria” parigina, dal punto di vista fiscale, a causa della sua stessa “negligenza” nel “segnalare questo cambio di indirizzo” nelle sue “precedenti dichiarazioni online”.

Aveva infatti dichiarato a Fretin la sua “residenza primaria”: il suo appartamento parigino era stato quindi considerato la sua “residenza secondaria”. Ha quindi presentato inizialmente “una denuncia” al Servizio tributario personale del Centro delle finanze pubbliche delle Grandes Carrières (SIP), ma è stata respinta il 18 giugno 2024.

Il ricorrente ha quindi presentato ricorso dinanzi al tribunale amministrativo di Parigi il 16 luglio 2024, chiedendogli di “dare prova di clemenza e indulgenza” riguardo “all’istituzione della sua tassa sull’abitazione”.

Tuttavia, “questa richiesta non presenta conclusioni ai fini del discarico”, rileva il tribunale amministrativo di Parigi in una sentenza datata 2 ottobre 2024 e appena resa pubblica. E “i presidenti dei collegi giudicanti possono, con ordinanza, respingere le richieste manifestamente inammissibili, quando il tribunale non è tenuto a invitare il loro autore a regolarizzarle”, stabilisce il codice di giustizia amministrativa (CJA).

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Questa “richiesta di consegna gratuita” deve quindi essere “portata direttamente all'amministrazione”, spiega il presidente del tribunale al ricorrente. “La richiesta va respinta in quanto manifestamente irricevibile”, conclude.

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