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Il Marocco citato come esempio dalla BERS

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La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) evidenzia il modello marocchino nel suo ultimo rapporto annuale, presentandolo come un esempio riuscito di politiche industriali efficaci. Questo focus evidenzia i punti di forza ma anche le sfide di un modello in evoluzione.

Intitolato “Navigating Industrial Policies”, il rapporto della BERS (2024-2025) esamina le strategie industriali nelle economie emergenti. Queste politiche, che mirano a strutturare e stimolare la produzione economica, svolgono un ruolo centrale nell’affrontare questioni come la transizione ecologica o l’attrazione di investimenti esteri. Il modello marocchino viene presentato come un caso rilevante, grazie alle sue ambiziose politiche industriali e ai suoi risultati tangibili in settori chiave come quello automobilistico e aeronautico.

Un modello di trasformazione economica

La BERS sottolinea l’efficacia delle strategie industriali del Marocco, in particolare quelle messe in atto dal 2009. Con il Piano nazionale di emergenza industriale (PNEI) 2009-2015, il Regno si è posto l’obiettivo di creare 220.000 posti di lavoro e aumentare le proprie esportazioni di 11 miliardi di dollari. Questo sforzo è stato amplificato con il Piano di Accelerazione Industriale (PAI) 2014-2020, che ha consentito di raddoppiare gli obiettivi in ​​termini di creazione di posti di lavoro e investimenti.

Queste strategie si basano su solide infrastrutture, come le 143 Zone Economiche Speciali (SEZ) situate in aree strategiche come Tangeri, Kenitra o Casablanca. Queste iniziative hanno permesso al modello marocchino di posizionarsi come piattaforma competitiva su scala globale, in particolare nei settori automobilistico e aeronautico, dove le esportazioni pro capite hanno registrato una crescita spettacolare: +2.390% per l’automotive e +550% per l’aerospaziale tra il 2009 e il 2019. 2022.

L’attrattiva degli investimenti esteri

Il rapporto della BERS evidenzia anche la capacità del modello marocchino di attrarre investimenti diretti esteri. Questo successo si basa su politiche di assistenza mirate, con il 42% degli aiuti pubblici destinati a specifiche imprese, una cifra ben superiore alla media osservata in altre economie studiate. Inoltre, il 7% di questo aiuto è destinato alle giovani imprese, a dimostrazione del desiderio di stimolare l’innovazione e incoraggiare l’emergere di nuovi attori economici.

Tuttavia, questa dinamica si basa fortemente sulla predominanza delle società straniere nei settori industriali chiave. Sebbene queste ultime siano essenziali per l’integrazione del modello marocchino nelle catene del valore globali, la partecipazione delle PMI locali rimane limitata a causa di barriere strutturali come il difficile accesso ai finanziamenti e la persistenza dell’informalità.

Sfide e prospettive

La BERS mette in guardia contro un’eccessiva dipendenza dalle grandi multinazionali, soprannominate “aziende superstar”, che dominano le esportazioni. Il modello marocchino illustra questa tendenza, in cui questi grandi attori monopolizzano le catene del valore. Per rimediare a ciò, il Piano di accelerazione industriale 2021-2025 mira a rafforzare l’offerta locale e incoraggiare una maggiore inclusione delle PMI marocchine negli ecosistemi industriali.

Infine, il rapporto accoglie con favore la strategia marocchina di diversificazione economica, che si basa su un equilibrio tra infrastrutture moderne e connettività regionale rafforzata. Rispetto ad altri Paesi come l’Egitto o la Turchia, il modello marocchino ha saputo sfruttare le proprie ZES per distinguersi in settori strategici, favorendone l’insediamento in aree sviluppate ad alto potenziale economico.

In breve, la BERS considera il modello marocchino come un esempio concreto dei benefici che politiche industriali ben progettate possono offrire, ricordando l’importanza di garantire un’equa distribuzione dei benefici e una maggiore integrazione delle imprese locali.

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