La commemorazione dell’80° anniversario del massacro di Thiaroye prende una svolta che rivela l’approccio francese a questo dramma coloniale. Contrariamente alle prime informazioni che suggerivano una possibile presenza di Emmanuel Macron, il presidente francese ha scelto di farsi rappresentare da Jean-Noël Barrot, ministro dell’Europa e degli Affari esteri. Questa scelta, pur evitando la polemica diretta legata all’arrivo del presidente francese Emmanuel Macron, non risponde tuttavia alle richieste di verità e giustizia avanzate dai militanti del panafricanismo e del sovranismo quali siamo. Finché la Francia non si assumerà pienamente le proprie responsabilità storiche in questo crimine coloniale, qualsiasi rappresentanza ufficiale rimarrà insufficiente e priva di significato per onorare la memoria dei martiri e dei loro discendenti.
Il massacro di Thiaroye, avvenuto il 1° dicembre 1944, è una delle tragedie più emblematiche del colonialismo francese. Quel giorno, i fucilieri africani smobilitati furono massacrati dall’esercito francese per aver chiesto la loro paga. Questo dramma illustra l’arbitrarietà coloniale e la violenza di un sistema segnato dal disprezzo per i diritti fondamentali degli africani che tuttavia lottarono per liberare la Francia. Ancora oggi gli archivi restano chiusi e le riparazioni previste sono solo un miraggio.
Il negazionismo coloniale francese: gesti insufficienti e memoria tradita
In 80 anni, il riconoscimento da parte della Francia delle proprie responsabilità nel massacro di Thiaroye resta limitato e segnato dal paternalismo. Nel 2014, durante una visita ufficiale a Dakar, François Hollande descrisse questi eventi come “semplicemente spaventosi, insopportabili”. Eppure a queste parole non è seguito alcun atto concreto. Dieci anni dopo, nel 2024, la Francia si accontentò di un gesto minimalista assegnando la menzione “Morti per la Francia” solo a sei fucilieri identificati, uno sforzo ridicolo considerando la portata della tragedia. I discendenti delle vittime attendono ancora un lavoro concreto per l’apertura degli archivi, il pieno riconoscimento delle responsabilità e un giusto e legittimo risarcimento.
I persistenti tentativi della Francia di nascondere questo crimine dimostrano un’inaccettabile disinvoltura di fronte al suo passato coloniale. Come africani, chiediamo che questo approccio commemorativo cessi di essere unilaterale e paternalistico. Deve coinvolgere imperativamente i paesi di origine delle vittime, riflettere la nostra richiesta di giustizia e rispettare la dignità dei nostri popoli. La memoria dei fucilieri non può limitarsi alle cerimonie dettate dallo Stato francese. Questa memoria ci appartiene: è quella del popolo africano, il vero erede di questa tragedia e l’unico legittimo a preservarne il patrimonio.
Appropriazione senegalese: un atto di sovranità commemorativa
In questo contesto, è essenziale rendere omaggio alla determinazione del presidente Bassirou Diomaye Faye e del primo ministro Ousmane Sonko nel collocare la memoria del massacro di Thiaroye in una prospettiva veramente africana. Il loro impegno per l’appropriazione sovrana di questo dramma storico segna una rottura necessaria con le narrazioni imposte dalla Francia. Mettendo questa tragedia sotto l’autorità degli africani, affermano il desiderio dei popoli interessati di controllare la propria storia, lontano da discorsi paternalistici o simboli privi di significato.
Questo sforzo di appropriazione commemorativa è un passo decisivo verso la giustizia storica. Dimostra che l’Africa, forte della sua dignità e della sua memoria, ora rifiuta di permettere che le sue tragedie vengano usate per servire interessi esterni. Questo atteggiamento coraggioso apre la strada alla riconciliazione basata sulla verità, sul riconoscimento e sul rispetto reciproco.
Una commemorazione sotto alta vigilanza
La decisione di Emmanuel Macron di delegare la sua rappresentanza a un ministro mostra il timore di un rifiuto popolare al suo coinvolgimento in questa commemorazione. Tuttavia, questa assenza non può bastare a riconciliare la Francia con questo passato doloroso. Troppo spesso queste cerimonie si trasformano in piattaforme per annunci simbolici che non cambiano sostanzialmente nulla nelle relazioni franco-africane. La memoria dei martiri di Thiaroye non può essere uno strumento per mascherare i crimini coloniali o uno spettacolo destinato a restaurare l’immagine della Francia in Africa.
Perché questa commemorazione abbia un significato reale, deve essere l’occasione per azioni concrete: apertura totale degli archivi, riconoscimento delle responsabilità, scuse ufficiali e riparazioni per i discendenti delle vittime. Deve svolgersi anche sotto l’autorità dei paesi interessati, affinché sia un vero momento di giustizia memoriale. Senza questi impegni, anche la presenza della delegazione francese apparirà come una provocazione, addirittura un insulto alla memoria delle vittime.
Una memoria al servizio della sovranità e della giustizia
Il massacro di Thiaroye incarna l’ingiustizia coloniale in tutta la sua brutalità. Questo ottantesimo anniversario non può ridursi a una semplice opportunità per la Francia di riorientare le sue relazioni con l’Africa senza assumersi le sue responsabilità storiche. Facendosi carico di questa memoria, il Senegal dimostra che è possibile liberarsi dalle narrazioni imposte e costruire una solida sovranità della memoria.
La Francia, da parte sua, deve capire che il suo futuro in Africa non può prendere forma senza un chiaro riconoscimento e senza riparazioni concrete per i crimini del passato. Thiaroye 44 non dovrebbe essere un teatrino di montature, ma un punto di svolta verso un’autentica giustizia portata avanti da coloro che ne sono i veri eredi.
Elenco dei firmatari
– Abdou Aziz Diouf, Professore ordinario, FSJP, UCAD
– François Joseph Cabral, Professore Ordinario, FASEG, UCAD
– Pape Alioune Cissé, Traduttore Interprete
– Dottor Mohamed Lamine Ly, dottore
– Massamba Diouf, Professore Ordinario, FMPO, UCAD
– Mouhamed Abdallah Ly, Direttore della ricerca associato, IFAN, UCAD
– Dottor Félix Atchadé, dottore
– Dottoressa Ismaïla Fall, chimico
– Sig.ra Olivia Marie Guèye, Informatica
– Bado Ndoye, Professore ordinario, FLSH, UCAD
– Ahmadou Wagué, Professore Ordinario, FST, UCAD
– Mouhamed Abdallah Ly, Direttore della ricerca associato, IFAN, UCAD
– El Hadji Samba Ndiaye, Professore Associato, UCAD
– Oumar Dia, docente ordinario, FLSH, UCAD
– Sig.ra Ndèye Aida Dia, Dottoranda, ETHOS, UCAD
– Mohamed Lat Sack Diop, Docente ordinario, EBAD, UCAD
– Mamadou Kabirou Gano, Docente ordinario, FASTEF, UCAD
-Mor Dièye, Docente ordinario, EBAD, UCAD
– Thierno Guèye, Professore associato, FASTEF, UCAD
– Dott. El Hadji Séga Guèye, Sociologo
Related News :