FRANCIA 3 – GIOVEDI 28 NOVEMBRE ALLE 22:50 – DOCUMENTARIO
L'aiutante di gendarmeria Cécile (il suo cognome non compare) ricorda bene Camille, questo “un’adolescente che aveva sofferto alcune cose brutte” e che gli aveva scritto poco dopo il loro incontro. Ha conservato la sua lettera. Nella sua scrittura rotonda, la giovane la ringrazia per averla avuta “rende questo momento molto meno doloroso e molto più sereno del previsto”. Certamente, la sua denuncia da allora è stata respinta, ma “Grazie a te ho potuto parlare, ho avuto il coraggio”saluta.
Accogliere i minori in pericolo, ascoltarli, prendersene cura, proteggerli dalla violenza. Attraverso il ritratto di tre professionisti impegnati, il regista Olivier Chasle mostra, in Perché sia fatta giustiziail delicato argomento degli abusi infantili. A Caen e Rennes, la sua macchina da presa filma la vita quotidiana di Cécile e quella di Stéphane Cantéro, ultimo consigliere generale nel caso Outreau, e di Martine Balençon, pediatra e medico legale. Li seguiamo nei corridoi dell'ospedale, nelle aule del tribunale e nei locali della gendarmeria. Ma anche, nei piccoli tocchi, nella loro vita familiare, nelle loro passioni.
Raccolta di parole
In questo documentario che mette al centro l'infanzia, compaiono pochi bambini. Basta una scena per raggelare lo spettatore, la ricostruzione di un'udienza tra una vittima minorenne e un agente di polizia in formazione. Alla domanda su cosa le piace fare, l'adolescente dice, punto per punto: “Mi piace scopare con mio padre”prima di indignarsi per il fatto che sua madre avesse chiamato la polizia. La risposta, che stupisce il suo interlocutore, viene poi interrogata dal maresciallo Cécile: “È piuttosto violento come parola (…) anche se è la nostra vita quotidiana e ci siamo abituati, siamo pur sempre umani. » La sequenza serve a sostenere una convinzione radicata nei tre protagonisti: quella dell'importanza, per aiutarli adeguatamente, di essere correttamente formati nel raccogliere le parole dei bambini.
Spesso le parole del medico, del magistrato e della polizia si rispondono a vicenda. “Non sono un attivista, mi impegno”afferma Martine Balençon, presidente della Società francese di pediatria medico-legale, che riunisce professionisti sul campo, pediatri e medici forensi, e ricercatori, per migliorare il processo medico-giudiziario delle vittime infantili. “Noi ti crediamo, no, ma ti ascoltiamo”difende, dal canto suo, Stéphane Cantéro, tornando sulla formula “Noi ti crediamo”popolare nei circoli degli attivisti. La posta in gioco è alta: come ricorda il documentario, il 10% dei bambini e degli adolescenti sono vittime di abusi.
Perché sia fatta giustiziadocumentario di Olivier Chasle (Fr., 2024, 52 min). Trasmesso su France 3 Bretagne e Normandie e disponibile per la riproduzione su France.tv.
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