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SENEGAL-AFRICA-FRANCIA-MEMOIRE / Thiaroye 44: ”una contraddizione” tra la Francia ”diritta umana” e quella che ”esercita un potere violento” (storico) – Agenzia di stampa senegalese

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Dakar, 26 nov. (APS) – Il velo o il silenzio posto sul massacro, il 1° dicembre 1944, dei Tirailleurs senegalesi da parte dei soldati francesi a Thiaroye [une banlieue dakaroise] la dice lunga sulla “contraddizione” tra la “Francia dei diritti umani” e quella che “esercita un potere violento” denunciata dai primi intellettuali africani, in particolare Aimé Césaire, Léopold Sédar Senghor e Frantz Fanon, ritiene lo storico senegalese Mamadou Diouf.

Il 1° dicembre 1944, i “fucilieri senegalesi”, smobilitati e rimandati in Africa dopo la seconda guerra mondiale, furono uccisi dall’esercito coloniale francese, mentre reclamavano il pagamento del loro indennizzo e il pagamento del gruzzolo promesso loro. mesi da parte delle autorità politiche e militari della Francia.

«È la contraddizione tra quella che chiamano la Francia dei diritti umani, la Francia ideale, filosoficamente e intellettualmente, e la Francia storica, che è la Francia che ha un impero coloniale. Una Francia che esercita, di fatto, un potere che è un potere violento”, ha affermato in particolare l’accademico in un’intervista rilasciata all’APS come preludio alle commemorazioni dell’80° anniversario del massacro di Thiaroye.

Se non capiamo che il massacro di Thiaroye è stato perpetrato nello stesso momento in cui la Francia celebrava la liberazione dopo l’occupazione, la debacle del 1940, non capiremo perché la Francia ha fatto di tutto per non parlarne, ha insistito Mamadou Diouf.

Secondo l’insegnante-ricercatore della Columbia University negli Stati Uniti, è l’ambiente in cui si trova [le massacre de Thiaroye] ha avuto luogo.

“E questo ambiente è proprio l’ambiente dell’euforia della liberazione, appunto, e dell’arrivo al potere di quelli che De Gaulle chiamerà i compagni della liberazione, coloro che lottarono perché la Francia fosse liberata”, ha spiegato lo storico aggiungendo che questo è il motivo per cui “questo massacro coloniale, come la maggior parte dei massacri coloniali, sarà generalmente messo a tacere” dalla Francia.

Il professor Diouf, tuttavia, ha osservato che l’anno del massacro è presente nella mente dei leader africani.

Cita la poesia contemporanea di Léopold Sédar Senghor scritta nel dicembre 1944 in cui lamenta il massacro di questi ex soldati prigionieri [la plupart d’entre eux, sinon la quasi-totalité, étaient en prison pendant 4 ans après la débâcle. Et quand ils ont été libérés, ils ont été rapatriés et cantonnés à Thiaroye].

”Quindi la prima reazione di Senghor è quella di dimostrare in modo efficace la sua disapprovazione e condanna. E nel 1946, anche Senghor (allora deputato all’Assemblea nazionale francese) chiederà un’amnistia”, ha ricordato.

La seconda grande reazione che precede quella di Senghor, sottolinea Mamadou Diouf, è quella di Lamine Guèye, vicesindaco di Dakar che chiese, nel 1944, l’istituzione di una commissione parlamentare per indagare su quella che definì ”l’abominevole atrocità e l’uccisione di Thiaroye”.

L’accademico sottolinea anche il contributo del drammaturgo e politico guineano Keita Fodéba, autore di ”L’Alba africana”, scritto nel 1948. Lo spettacolo sarà rappresentato domenica prossima al Grand Théâtre national di Dakar nell’ambito dell’80esimo anniversario della il massacro di Thiaroye.

Il presidente del comitato per la commemorazione dell’80° anniversario del massacro dei fucilieri senegalesi a Thiaroye ha tuttavia notato “il silenzio complice” dei politici senegalesi una volta al potere.

”Ed è vero, quando Senghor divenne presidente, non ne parlò. Quando è stato sostituito da Abdou Diouf, ha presieduto la prima del film di Sembene +Camp de Thiaroye+ [le film de Sembene Ousmane et de Thierno Faty Sow sorti en 1988]ma non ne parla. Il film sarà bandito dalla Francia per 10 anni”, ha detto lo storico.

Sottolinea che Abdoulaye Wade, invece, si è interessato ai fucilieri organizzando una giornata a loro dedicata. “Ma per quanto riguarda la data, secondo alcune voci, i francesi avrebbero preteso che non si prendesse il 1° dicembre”, informa il professor Diouf, aggiungendo che è per questo che “il massacro di Thiaroye è stato ‘dissipato’.

Per Mamadou Diouf “questa storia deve essere svelata nel pieno senso del termine. Dovremo sollevare il velo, questo velo che è stato effettivamente posto dalla Francia.

FKS/OID/SMD/ADL

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