Tuttavia, il primo ministro non ha dichiarato esplicitamente se Parigi arresterebbe il leader israeliano se avesse visitato il territorio francese.
Pubblicato il 26/11/2024 17:26
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Il governo ribadisce la sua posizione. Il primo ministro francese ha ribadito, martedì 26 novembre, che la Francia “applicherà rigorosamente (…) gli obblighi che le competono” riguardante il mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Michel Barnier, tuttavia, non ha dichiarato esplicitamente se Parigi arresterebbe il leader israeliano se avesse visitato il territorio francese.
La presidente dell'Assemblea nazionale Yaël Braun-Pivet ha stimato martedì che, in quanto firmataria dello statuto della Corte penale internazionale, la Francia “devi rispettare le regole” e arrestare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu se fosse arrivato in territorio francese.
La Corte penale internazionale, alla quale Israele non ha aderito e dalla quale gli Stati Uniti si sono ritirati, ha emesso giovedì mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo del braccio armato palestinese di Hamas Mohammed Deif per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
“Questa Corte opera (…) in modo indipendente, un’indipendenza alla quale noi, Repubblica francese, siamo molto legati”ha aggiunto Michel Barnier. “Non dobbiamo quindi commentare queste decisioni, né per sostenerle né per condannarle”. Italia e Regno Unito, invece, hanno immediatamente annunciato che rispetteranno il loro impegno nei confronti della CPI. Al contrario, l’Ungheria ha invitato il capo del governo israeliano in segno di sfida.
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