Effettuando un aggiornamento undici anni dopo il piano precedente, il nuovo Sdrif-e prevede di “santuare” le aree naturali e agricole. “Nessun comune potrà utilizzare questo territorio per lo sviluppo”, conferma Jean-Philippe Dugoin-Clément (UDI), vicepresidente responsabile dell'edilizia abitativa e dello sviluppo sostenibile. Le aree rimarranno naturali o agricole. Perché, come spiega un agente della giunta regionale, “queste aree non sono solo terreni agricoli”. Possono trattarsi di foreste, aree naturali o anche zone umide.
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