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Il Marocco punta a un tasso del 25% entro il 2030

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Rispondendo ad un’interrogazione orale durante la sessione settimanale della Camera dei Rappresentanti, il ministro degli Interni, Abdelouafi Laftit, ha fatto il punto sugli sforzi compiuti dal suo dipartimento per garantire una gestione ottimale dei rifiuti domestici con l’obiettivo di minimizzare l’impatto ambientale e promuovere i rifiuti uno stile di vita sostenibile.

In cifre, il tasso di raccolta e pulizia dei rifiuti ha raggiunto il 96%, rispetto al 44% nel 2008, grazie a 122 contratti di gestione delegata di questo servizio, che coprono tutte le città marocchine, in particolare quelle grandi e medie, ha riferito il ministro.

Ha inoltre indicato che il tasso di discarica ha raggiunto il 63%, rispetto all’11% precedente, grazie alla creazione di 23 discariche controllate a beneficio di quasi 180 enti locali e allo sviluppo e alla chiusura di 67 discariche illegali.

Tuttavia, il tasso di riciclaggio e recupero dei rifiuti domestici non supera l’8%, secondo Laftit, che attribuisce questa realtà a vincoli esterni legati, in particolare, al territorio e alla resistenza delle popolazioni vicine ai siti in cui vengono creati i centri di trattamento. .

Le limitate risorse finanziarie dei comuni costituiscono anche un grosso vincolo per il dipartimento di Laftit, in particolare a causa dei costi elevati associati ai centri di trattamento e recupero dei rifiuti domestici, nonché allo sviluppo di discariche abusive secondo le norme in vigore .

Questa situazione continua a peggiorare nel tempo, dato il sostegno pubblico ancora limitato ai servizi di gestione dei rifiuti a fronte della mancata mobilitazione di altre fonti, come la riscossione delle tasse sui servizi comunali, senza dimenticare l’accumulo di arretrati nel pagamento dei debiti di enti locali, spiega il ministro competente ai deputati.

Per far fronte a questa situazione, il ministero ha affermato di essere passato da un approccio incentrato principalmente sulla raccolta e lo smaltimento in discarica a un nuovo approccio volto a ridurre i rifiuti attraverso la selezione, il riciclaggio e il recupero, limitando lo smaltimento in discarica ai rifiuti finali. Il tutto nell’ambito di un protocollo dedicato al recupero dei rifiuti domestici, siglato dal Ministero dell’Interno, dal Ministero della Transizione Energetica e dello Sviluppo Sostenibile, dal Ministero dell’Industria e del Commercio e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Verso la creazione di 50 centri regionali di trasformazione

Questo protocollo mira, secondo il funzionario governativo, a ridurre del 45% la quantità di rifiuti sotterrati, contribuendo così ad allungare la durata di vita delle discariche, ad aumentare il tasso di recupero al 25% entro il 2030, a ridurre l’impatto ambientale delle attuali discariche e le emissioni di gas serra.

Si tratta anche, prosegue Laftit, di sviluppare i settori della selezione, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti domestici, in particolare attraverso la creazione di unità di recupero in base alle capacità di ciascuna discarica. Allo stesso modo, il protocollo mira a produrre tra 600 e 680 tonnellate di combustibile alternativo dai rifiuti, ridurre la dipendenza energetica nel settore del cemento, contribuire alla creazione da 500 a 700 posti di lavoro nelle discariche.

Oltre a ciò, il ministero sta lavorando, aggiunge, nell’ambito del programma nazionale per il recupero dei rifiuti domestici 2023-2034, per creare 50 centri regionali per il trattamento e il recupero dei rifiuti domestici e per risanare quasi 233 vecchie discariche.

Per agevolare la gestione dei servizi di pulizia da parte degli enti locali che adottano la gestione autonoma, il Ministero intende dotarsi delle attrezzature necessarie per gli stessi, garantendo al tempo stesso la corretta attuazione dei progetti di raccolta e pulizia dei rifiuti domestici, al fine di raggiungere un tasso di copertura del 100%, come nonché la fornitura di assistenza tecnica per la realizzazione di progetti specifici.

Pertanto, il volume totale degli investimenti previsti a questo scopo è stimato a 21,14 miliardi di dirham, di cui 9,7 miliardi di dirham dedicati alla costruzione di centri di trattamento e recupero dei rifiuti domestici.

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