Fatica a comprendere le ragioni che hanno motivato questa azione. Stéphanie de Laffon, proprietaria del castello di Gizeux, ha scoperto con stupore che un atto di vandalismo era avvenuto durante una delle visite gratuite di fine ottobre.
La pelle di Cordoba – nome dato alla tecnica utilizzata per realizzare arazzi o rivestire sedili, mobili o paraventi con pelle dall'aspetto dorato, ricoperta di colori e dall'aspetto in rilievo – è stata, infatti, strappata. Un pezzo è addirittura scomparso.
“Chiediamo che venga restituito o messo nella cassetta della posta”
Quest'opera artigianale era originariamente collocata davanti all'altare della cappella. È stato spostato per essere restaurato dagli specialisti di Grenoble. Poi è tornata, all'inizio di ottobre, e si è sistemata in una delle stanze del castello, mentre nell'edificio religioso sono in corso i lavori.
“Il pezzo di pelle (che è stato strappato) non ha alcun valore finanziario”, garantisce Stéphanie de Laffon. D’altro canto, il suo valore patrimoniale è inestimabile. “È un oggetto diventato estremamente raro. Nella regione Centro-Valle della Loira ce ne devono essere due o tre. »
In totale 15.000€ di lavori di restauro
Quello del castello di Gizeux risale al XVIIe secolo. Lì vediamo rappresentazioni molto raffinate di uccelli, fiori e ornamenti. È stato necessario un lungo lavoro di oreficeria per ripristinare i colori e le cuciture. Costo del servizio: 15.000 euro. Finanziato dai proprietari, patrocinio e sovvenzione dei Monumenti Storici.
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Stéphanie de Laffon ha sporto denuncia per vandalismo e furto. Ma ciò che più conta per lei è trovare il pezzo mancante della pelle di Cordoba. Senza di essa è impossibile riportare l’opera allo stato iniziale. “Chiediamo che venga restituito o messo nella cassetta della posta. » In tal caso la denuncia verrà ritirata.
Una fiducia danneggiata
Questo atto mette in discussione la fiducia riposta nei visitatori. I proprietari hanno scelto volontariamente di lasciare che il pubblico possa passeggiare per le stanze del castello come desidera, senza essere vincolato da cordoni di sicurezza. “Ci diciamo che siamo stati un po’ ingenui”sospira Stéphanie de Laffon che sta pensando di installare un sistema di videosorveglianza.
Nel frattempo i lavori al castello proseguono. Il restauro della struttura e del tetto della cappella sarà terminato tra gennaio e febbraio 2025. Un progetto stimato a 200.000 euro che beneficia del sostegno della Direzione regionale degli affari culturali (Drac) e del patrocinio. “Nel 2026 restaureremo le pitture interne che sono state consolidate ma non restaurate”annuncia anche Stéphanie de Laffon. Le visite riprenderanno da aprile 2026 fino al giorno di Ognissanti.
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