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Quattro premi Nobel per la letteratura e molti scrittori chiedono la liberazione di Boualem Sansal

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Il presunto arresto dello scrittore Boualem Sansal sabato 16 novembre all'aeroporto di Algeri, confermato dall'agenzia governativa algerina APS, sta provocando una mobilitazione internazionale nel mondo delle lettere.

Annie Ernaux, Jean-Marie Le Clézio, Orhan Pamuk e Wole Soyinka, tutti premi Nobel per la letteratura, così come Salman Rushdie, Peter Sloterdijk, Andreï Kourkov, Roberto Saviano, Giuliano da Empoli e Alaa el Aswany si sono uniti all'appello alla solidarietà lanciato nel giornale Il punto dal Prix Goncourt 2024, Kamel Daoud. Tra i firmatari ci sono anche Sylvain Tesson, Leïla Slimani, Elisabeth Badinter, Bernard-Henri Levy, Jean-Baptiste Andrea, Emilie Frèche, Caroline Fourest, Boris Cyrulnik e Joan Sfar

In questo testo rivolto ai difensori della libertà, lo scrittore franco-algerino Kamel Daoud evoca il suo “profonda preoccupazione“. Lui ci crede”Questa tragica notizia riflette una realtà allarmante in Algeria, dove la libertà di espressione non è altro che un ricordo di fronte alla repressione, all’incarcerazione e alla sorveglianza dell’intera società..”

Per Kamel Daoud, Boualem Sansal, 75 anni, “sembra un vecchio profeta biblico, sorridente. Provoca passioni e amicizie tanto quanto l'odio delle persone sottomesse e gelose. È libero e divertito dalla vita. Prosegue con queste parole: “Sansal scrive, non uccide né imprigiona nessuno. La sua innocenza di fronte alla dittatura gli fece dimenticare per diversi anni la realtà del Terrore in Algeria. Ha trascurato di guardare il branco che lo aspettava, è tornato a visitare il suo paese quel sabato. Lo ha pagato caro”.

Ricorda che Boualem Sansal è sempre stata una voce critica.contro oppressione, ingiustizia, totalitarismo islamico“. Lo afferma in Algeria scrittori, intellettuali, editori e librai “vivono nel timore di ritorsioni, accuse di spionaggio e arresti arbitrari, cause legali e diffamazioni e violenti attacchi mediatici contro il proprio personale e i propri cari” e aggiunge che un “il vero terrorismo editoriale li prende di mira”.

Conclude dicendo: “Non possiamo restare in silenzio. Sono in gioco la libertà, il diritto alla cultura e la nostra vita, scrittori presi di mira da questo terrore. Lancio un appello urgente alla solidarietà internazionale. Chiediamo l'immediato rilascio di Boualem Sansal e di tutti gli scrittori incarcerati per le loro ideeS”.

Il lavoro di Boualem Sansal evoca senza tabù, e in uno stile a volte caustico, la storia dell'Algeria, la memoria, i rapporti con la Francia, e denuncia instancabilmente l'islamismo. Tra i suoi titoli famosi, Il villaggio dei tedeschi (2008), censurato nel paese d'origine, evoca la Shoah, la guerra civile in Algeria e la vita degli algerini nelle periferie francesi.

In 2084, la fine del mondo (2015), usa accenti orwelliani per denunciare la minaccia che il radicalismo religioso rappresenta per le democrazie, immaginando l’islamismo al potere. Pubblicato nella prestigiosa collezione Blanche de Gallimard, Boualem Sansal è abituato a ricevere premi letterari in Francia: l'Accademia di Francia gli ha assegnato il Grand Prix de la Francophonie, poi il Grand Prix du roman per 2084, la fine del mondo.

Il suo impegno e i suoi avvertimenti all'Europa, e alla Francia in particolare, contro i pericoli dell'islamismo, hanno suscitato forti inimicizie a questo sedicente ateo. E il sostegno degli intellettuali e dei media di destra e di estrema destra, che applaudono le sue dichiarazioni shock su un “Ordine islamico“chi ci proverebbe”stabilirsi in Francia“.

In Algeria le minacce sono aumentate da quando si è recato in Israele per ricevere un premio letterario nel 2014. Le sue posizioni attirano talvolta accuse di islamofobia, che difende instancabilmente. “Non ho mai detto nulla contro l’Islam che possa giustificare questa accusa” Di più, “ciò che ho continuato a denunciare è la strumentalizzazione dell'Islam per fini politici e sociali“, ha spiegato all'AFP nel 2017.

Numerosi leader politici francesi hanno espresso la loro preoccupazione da giovedì 21 novembre, in particolare l'ex primo ministro Edouard Philippe che ha ritenuto che lo scrittore “incarna tutto ciò che abbiamo a cuore: il richiamo alla ragione, alla libertà e all'umanesimo contro la censura, la corruzione e l'islamismo“.

Da parte degli autori, segnali di sostegno sono giunti da tutte le parti, a partire dal franco-marocchino Tahar Ben Jelloun, che ha chiesto “pubblicazione“Boualem Sansal, al francese Nicolas Mathieu.”Boualem Sansal e io siamo agli antipodi l'uno dell'altro“, ha scritto anche la sua connazionale Yasmina Khadra, “Critica al sistema algerino“, in un comunicato stampa all'AFP.”Tuttavia, il suo arresto mi dà fastidio. Il posto dell'intellettuale è attorno a una tavola rotonda, attorno a un dibattito di idee, e non in prigione“.

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