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Perché Papa Francesco va in Corsica, ma non a Notre-Dame?

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«La stella della riapertura di Notre-Dame de Paris è Notre-Dame de Paris» e Francesco non ha voluto «distogliere lo sguardo da lui in questa occasione», assicura il presidente della Conferenza episcopale di Francia, Eric di Moulins. Beaufort.

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Pubblicato il 23/11/2024 15:36

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Papa Francesco durante l'udienza in Vaticano, 23 novembre 2024. (FILIPPO MONTEFORTE / AFP)

Un programma che suscita stupore tra alcuni. Il Vaticano ha confermato sabato 23 novembre che Papa Francesco si recherà ad Ajaccio il 15 dicembre per a “viaggio apostolico” per un giorno, su invito in particolare del vescovo della diocesi François-Xavier Bustillo. Ha invece annunciato che non si recherà a Parigi per la riapertura di Notre-Dame il 7 e 8 dicembre.

Il papa non ha specificato i motivi per cui non intende intraprendere il viaggio ma, a quasi 88 anni e nonostante i problemi di salute che ne limitano la mobilità e talvolta lo costringono a rallentare le sue attività, la sua agenda rimane fitta.

Il papa sarà trattenuto in Vaticano il 7 e 8 dicembre da un “concistoro” nel quale creerà 21 cardinali, e sarebbe stato difficile ritardare il viaggio, visto il traffico di Roma nel 2025, anno della il “giubileo” (celebrato ogni 25 anni).

“La protagonista della riapertura di Notre-Dame de Paris è Notre-Dame de Paris” e Francesco non voleva “distogli lo sguardo da lui in questa occasione”assicura anche il presidente della Conferenza episcopale di Francia, Eric de Moulins-Beaufort.

François si recherà ad Ajaccio per la chiusura di una conferenza sul “La religiosità popolare nel Mediterraneo”. “È un tema che gli sta molto a cuore, di cui parla spesso” e sul quale “forse sente di avere ancora qualcosa da dire”ricorda il vescovo di Limoges Pierre-Antoine Bozo. La religiosità rimane forte in Corsica, un’isola prevalentemente cattolica con più di 430 parrocchie e 61 sacerdoti attivi.

“C’è un vero, vero radicamento della religiosità popolare nella tradizione corsa (…) È semplice e gioiosa” et «questo lato popolare, credo che il Papa sia molto sensibile»spiega anche il vescovo della Corsica, François-Xavier Bustillo. Jorge Bergoglio infatti è abituato “andare invece dove i suoi predecessori non sono realmente arrivati”vale a dire “nei Paesi piccoli, dove ci sono pochi cristiani” o in quelli “dove ci sono situazioni difficili di guerra o tensione”ha ricordato il 13 novembre l'arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich.

Dalla sua elezione nel 2013, Francesco ha avuto cura di evitare i grandi paesi europei di origine cattolica, preferendo paesi dell’Asia, dell’Africa o dell’emisfero sud solitamente trascurati, che lui chiama “periferie” della Chiesa.


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