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Phishing e AI: come proteggere i tuoi pagamenti in Belgio?

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Di fronte a frodi sempre più complesse, l’intelligenza artificiale si sta rivelando essenziale per proteggere i pagamenti e sensibilizzare i giovani sui pericoli digitali.

Informatica | Giovane donna e computer 08/10/2010

L’intelligenza artificiale sta emergendo come un alleato essenziale per garantire i pagamenti. Analizzando istantaneamente milioni di transazioni, identifica modelli fraudolenti con velocità e precisione senza precedenti, fornendo una maggiore protezione contro frodi sempre più sofisticate.

Phishing e deepfake: strumenti pericolosi per i truffatori

Il phishing rimane il metodo preferito dai truffatori e rappresenta la metà delle frodi. Nel 2022, questa tecnica ha permesso di rubare più di 40 milioni di euro in Belgio. I truffatori utilizzano ora mezzi più sofisticati, come il deepfake, per rubare identità attraverso video o voci generati artificialmente. Sfruttando i social network, personalizzano i loro attacchi e rendono più convincenti i messaggi fraudolenti.

“I truffatori possono generare campagne su larga scala utilizzando l’intelligenza artificiale, con messaggi che sembrano autentici”, spiega Claire Deprez di Worldline. Questa automazione rende più difficile l’identificazione delle truffe, in particolare tramite e-mail o SMS.

Worldline: tecnologie all’avanguardia per contrastare le frodi

Per combattere questa piaga, Worldline si affida a soluzioni innovative. Il loro sistema di “Payment Fraud Management” monitora le transazioni sensibili in tempo reale, mentre la “Digital Security Suite” rileva anomalie comportamentali o tecniche. «Il monitoraggio in ogni fase del processo di acquisto consente di intervenire prima ancora che si verifichino le frodi», spiega Claire Deprez, sottolineando che l’intelligenza artificiale ha permesso di migliorare la prevenzione delle frodi del 30%.

Sensibilizzazione necessaria, soprattutto tra i giovani

Nonostante questi progressi, la consapevolezza rimane cruciale, soprattutto tra i giovani. Se il 40% dei belgi non ha mai sentito parlare di phishing, questa mancanza di consapevolezza raggiunge il 27% tra i 16-30 anni. Inoltre, il 17% di questa fascia di età si dichiara disposto a cedere la propria carta bancaria e il codice PIN in cambio di denaro. “C’è molto lavoro educativo da fare”, conclude Claire Deprez, mettendo in guardia sul ruolo dei social network e degli influencer nella diffusione delle truffe.

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