Giovedì 21 novembre 2024 alle 12:45
Dakar – Costruita nel cuore della capitale senegalese, la Grande Moschea di Dakar, che celebra quest’anno il 60° anniversario della sua costruzione, è un gioiello architettonico che testimonia la profondità delle relazioni spirituali esistenti da molti anni tra Marocco e Senegal.
Inaugurato il 27 marzo 1964 dal defunto Sua Maestà il Re Hassan II, in occasione della sua visita ufficiale in Senegal, e dal primo presidente del Senegal, il defunto Léopold Sédar Senghor e dal Califfo Generale di Tijanes, El Hadj Abdoul Aziz Sy Dabakh, la Grande Moschea di Dakar è un edificio completamente integrato nel tessuto architettonico e urbano della capitale senegalese dove è considerato uno dei più importanti edifici in questo paese dell’Africa occidentale.
Classificata patrimonio storico, la Grande Moschea di Dakar testimonia soprattutto la cooperazione fruttuosa e reciprocamente vantaggiosa tra il Regno del Marocco e la Repubblica del Senegal, due paesi modello di un partenariato secolare.
Sulla scia di questo partenariato, Marocco e Senegal hanno firmato un accordo quadro di partenariato relativo alla gestione e allo sviluppo della Grande Moschea.
L’accordo mira in particolare a permettere a questa struttura di beneficiare delle competenze marocchine nella gestione delle moschee e nella qualificazione degli imam.
L’edificio, progettato secondo l’architettura marocchina, e ben visibile da lontano grazie al suo minareto che culmina a 67 metri, dispone di una sala di preghiera che può ospitare fino a 30.000 fedeli, e di aule per l’insegnamento della lingua araba e altri spazi di preghiera dedicati alle donne .
Il complesso della moschea situato sull’Allée Pape Guèye Fall nella capitale Dakar, comprende anche l’Istituto Islamico di Dakar, creato nel 1974 come centro per l’insegnamento e la ricerca sull’Islam.
Diretto esclusivamente dagli imam della comunità di Lébou, questo edificio noto per i suoi getti d’acqua, i suoi portici e le sue decorazioni che ci riportano inevitabilmente al regno del Marocco, dove le belle moschee sono parte integrante dell’arredamento della città, ospita la più grande comunità musulmana cerimonie nella capitale, da Senghor ai giorni nostri, in particolare le preghiere delle feste di Aid El fitr e Aid Al Adha e le tarawih del mese sacro del Ramadan.
L’edificio che offre infatti un rifugio privilegiato di meditazione ai musulmani senegalesi non passa inosservato. Simbolo della purezza e della raffinatezza della fede musulmana, racchiude i segreti della grande comunità “Léboue”. Secondo gli studiosi senegalesi si diventa Imam della grande Moschea di Dakar per merito. “È un titolo che non appartiene a nessuna famiglia, ma devi essere uno studioso per essere designato dai tuoi pari”, giustifichiamo a questa comunità Lebou. Il primo criterio da padroneggiare è il Corano. Poi arriva l’età. Anche tu devi essere Lebou, con genitori della comunità e capace di leggere il Corano e le varie opere che spiegano le regole islamiche, viene spiegato.
Dalla sua inaugurazione nel 1964, la Grande Moschea di Dakar ha avuto tre Imam Ratib, tutti Lebou. Si tratta di El Hadj Amadou Lamine Diène, El Hadj Maodo Sylla e El Haj Alioune Moussa Samb, tutti e tre parenti stretti.
In occasione della celebrazione del 60° anniversario della costruzione della Grande Moschea di Dakar in Senegal, la Fondazione Mohammed VI degli Ulema Africani celebra, dal 22 al 24 novembre, questo grande evento, con l’obiettivo di rafforzare la spiritualità e la rapporti storici tra il Regno del Marocco e la Repubblica del Senegal.
Questa commemorazione prevederà l’organizzazione, venerdì e sabato, di una conferenza internazionale sul tema “I valori della pace e della convivenza nel contesto africano”, con la partecipazione di un collegio di studiosi ed esperti del Regno del Marocco, Repubblica del Senegal e di altri paesi africani. Per l’occasione è prevista un’esposizione di documenti scritti e visivi, che ripercorrono la dimensione storica e architettonica di questo edificio religioso.
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