l'essenziale
Il taglio di bilancio previsto dal governo Barnier ha un impatto sugli enti locali. Al Lot non intendono cedere e hanno presentato una mozione. Martedì in molti comuni si sono svolte anche azioni simboliche di chiusura dei municipi.
La pillola stenta a raggiungere gli eletti locali e il Congresso nazionale dei sindaci, che si tiene da martedì a Parigi, concretizza le loro obiezioni alla legge finanziaria del governo. Messe a dieta di acqua e pane secco, le autorità locali non intendono tirare ulteriormente la cinghia. All'inizio della settimana, su appello dell'AMF46, associazione dei sindaci e degli eletti del Lot, e dell'AMFR46, associazione dei sindaci rurali del Lot, è stata adottata una mozione congiunta.
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Menziona “la loro ferma opposizione a queste misure finanziarie che dimostrano un vero disprezzo per le comunità”. Denuncia “le decisioni unilaterali del Primo Ministro che sono di una brutalità senza precedenti”. La preoccupano “gli impatti devastanti sui reparti che rimarranno asfissiati”. Chiede “una revisione immediata di queste decisioni”.
Un'eco locale alla loro protesta
I sindaci di Lot non solo denunciano lo sforzo finanziario di 5 miliardi di euro, di cui 3 prelevati direttamente dalle entrate d'esercizio, ma sottolineano anche il disegno di legge di finanziamento della previdenza sociale che prevede un aumento dei contributi dei datori di lavoro, che rappresenta un onere aggiuntivo 1,3 miliardi di euro dal 2025.
Parallelamente alla mozione, l'AMF46 e il suo presidente Jean-Marc Vayssouze, hanno chiesto ai 313 sindaci di Lot e ai 9 presidenti di comunità intercomunali di dare un'eco locale, sia chiudendo i municipi, sia organizzando un momento di scambio con gli abitanti. Molte persone hanno seguito il movimento.
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