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Donna perde l'uso degli occhi dopo un attacco “estremamente violento”.

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Un uomo è stato incriminato e posto in custodia cautelare martedì 20 novembre in seguito alla violenta aggressione avvenuta domenica contro una donna di 25 anni, che ha perso l'uso di un occhio, ha annunciato la procura di Châlons en-Champagne.

L'uomo, 52 anni, ha ammesso i fatti davanti al gip, ha detto il procuratore Annick Browne in un comunicato stampa. È stata aperta un'indagine giudiziaria penale per “violenza che porta alla mutilazione o all’invalidità permanente“con l'uso o la minaccia di un'arma.

Domenica mattina, poco prima delle 7, la polizia è stata informata che una giovane donna era appena stata “vittima di un attacco estremamente violento“sulla strada pubblica in una zona residenziale di Châlons-en-Champagne, riferisce il comunicato stampa. La vittima è stata ricoverata in gravi condizioni. Ha presentato “ferite profonde sul viso e sul cuoio capelluto“, fratture del viso e delle dita nonché “ferite da difesa”, in particolare su una mano, secondo gli accertamenti del medico legale.

Falange amputata

La giovane ha perso “irreversibilmente” l'uso di un occhio e gli venne amputata la falangesottolinea il pubblico ministero. Secondo i primi elementi delle indagini, l'aggressione sarebbe avvenuta a bordo di un furgone bianco, che sarebbe stato poi ritrovato sommerso in un canale, a due chilometri dal luogo del ritrovamento della vittima.

Il proprietario del furgone si è presentato in questura ubriacopoco dopo aver localizzato il veicolo, a denunciare il furto. È stato poi messo in custodia di polizia, gli elementi delle indagini lo incriminavano per l'aggressione, quindi incriminato e posto in custodia cautelare. La sua fedina penale include: quattro condanne di cui tre risalenti a più di 10 anni fa e tutti legati alla guida in stato di ebbrezza, secondo il comunicato.

Originario di Châlons-en-Champagne, l'uomo era stato implicato anche nel 2010 per atti di stupro ma tale procedimento venne archiviato l'anno successivo perché il reato era “insufficientemente caratterizzato”, ha ulteriormente chiarito la Browne.

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