Secondo un sondaggio Sotomo pubblicato martedì, il piano di risparmio di bilancio di 3,7 miliardi di franchi presentato dal Consiglio federale a settembre è stato respinto dal 48% della popolazione. La maggioranza vorrebbe vedere un aumento delle entrate piuttosto che un taglio della spesa.
Solo il 45% della popolazione sostiene il piano del Consiglio federale. I pareri riflettono una classica divisione sinistra-destra: i sostenitori dell’UDC, del PLR e del Centro sostengono soprattutto il pacchetto di misure, mentre i pareri sono largamente sfavorevoli tra quelli dei Verdi, dei Vert’liberali e dei socialisti, indica l’istituto .
E per una buona ragione: il Consiglio federale vuole risanare i propri conti soprattutto tagliando la spesa pubblica. Tuttavia, una ristretta maggioranza del 54% vorrebbe che il deficit fosse coperto almeno per metà con entrate aggiuntive. Solo i sostenitori del PLR e dell’UDC sostengono principalmente la leva del risparmio.
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Una tassa sulle transazioni finanziarie popolare anche a destra
Secondo questo sondaggio, il 53% degli intervistati auspica l’introduzione di un’imposta sulle transazioni finanziarie come nuova fonte di entrate per la Confederazione. Circa l’80% dei sostenitori del PS e dei Verdi è favorevole. Al Centro e tra i verdi liberali sono poco più della metà.
In generale, i sostenitori del PLR e dell’UDC sono più restii all’idea di nuove tasse. Ma un terzo di loro potrebbe ancora immaginare una tassa sulle transazioni finanziarie, secondo Sotomo.
Nessun intervento sul capitale pensionistico
Anche l’introduzione di un’imposta federale sugli utili immobiliari, una misura proposta dal gruppo di esperti incaricato dal Consiglio federale per aumentare le entrate, ma non accolta da quest’ultimo, incontra un consenso piuttosto ampio: il 32% degli intervistati è favorevole a e il 19% contrario.
Al contrario, solo l’8% degli intervistati sostiene l’idea di aumentare le entrate riducendo i privilegi fiscali sui prelievi di capitale dal secondo e terzo pilastro.
Disaccordo politico sui settori interessati
Il sondaggio riflette un grande disaccordo su quali aree debbano fare sacrifici. La quota maggiore (41%) è favorevole al taglio degli aiuti allo sviluppo, seguita da chi vuole ridurre gli aiuti ai media (36%), poi da quelli per il risparmio nell’esercito (35%).
D’altro canto, da sinistra a destra, la spesa per AVS e AI non è contestata. Quasi due terzi degli intervistati si sono detti favorevoli alla tutela di questi due ambiti. La maggioranza (57%) è contraria anche ai tagli alla formazione, alla ricerca e all’innovazione nonché ai trasporti pubblici (54%).
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ats/jop
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