Questa iniziativa, che mira a combattere la disinformazione che ostacola l’azione per il clima, segna un passo decisivo nel coordinamento globale per affrontare l’emergenza climatica, mentre il mondo è, secondo le Nazioni Unite, a un “punto di rottura”.
L’adesione del Marocco a questa iniziativa riflette il suo costante impegno nell’adattamento ai cambiamenti climatici, con le energie rinnovabili che attualmente rappresentano circa il 40% della capacità di produzione di elettricità, un tasso che sarà aumentato al 52% prima del 2030.
Oltre al Marocco, hanno già confermato la loro adesione nazioni come Cile, Danimarca, Francia, Regno Unito e Svezia.
L’Iniziativa Globale per l’Integrità dell’Informazione sui Cambiamenti Climatici invita paesi e organizzazioni che la pensano allo stesso modo a unire le forze.
Il presidente brasiliano Lula da Silva, ospite del vertice del G20, ha sottolineato che “nella lotta per la sopravvivenza (del pianeta), non c’è spazio per la negazione e la disinformazione”.
Il Brasile, che ospiterà la COP 30 a Belém, in Amazzonia, nel 2025, continuerà a lavorare con l’ONU e l’UNESCO sull’Iniziativa Globale per l’Integrità dell’Informazione sui Cambiamenti Climatici, ha affermato durante la terza sessione plenaria dedicata alla sostenibilità, al cambiamento climatico e alla transizione giusta, descrivendo la prossima COP come “l’ultima possibilità per evitare un collasso irreversibile del sistema climatico”.
In questo senso, ha invitato la comunità internazionale a prendere in considerazione la creazione di un Consiglio sui cambiamenti climatici presso l’ONU, che riunirebbe i diversi attori, processi e meccanismi oggi frammentati.
Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, dal canto suo ha insistito sull’importanza di combattere la disinformazione legata al cambiamento climatico, sia essa la negazione totale, il greenwashing o la persecuzione degli scienziati del clima, precisando che questa lotta sarà portata avanti in collaborazione con ricercatori e vari partner impegnati.
“Il nostro clima è a un punto di rottura. Se non limitiamo l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, disastri a catena rischiano di devastare tutte le economie”, ha lanciato come una “chiamata di soccorso”.
Questa iniziativa sarà strutturata attorno a un Fondo globale per l’integrità dell’informazione sui cambiamenti climatici che finanzierà la ricerca approfondita, la difesa strategica e la diplomazia per aiutare a decostruire la disinformazione legata al clima.
Il suo obiettivo è promuovere l’integrità dell’informazione sui cambiamenti climatici nell’agenda istituzionale internazionale e stabilire obiettivi specifici e linee d’azione comuni.
Intende inoltre rafforzare l’integrità dell’informazione a livello globale e combattere le fake news, sostenendo campagne di comunicazione pubblica, società civile e gruppi scientifici in tutto il mondo e mobilitando i principali attori e parti interessate pubbliche.
Secondo l’UNESCO, la disinformazione climatica si diffonde sempre più attraverso i social media, le app di messaggistica e l’intelligenza artificiale generativa. Questa situazione rafforza l’urgenza di garantire l’accesso a informazioni affidabili e precise sugli impatti della crisi ambientale, in un momento in cui gli effetti del cambiamento climatico si fanno sempre più sentire su scala globale.
Questo fenomeno ha diverse gravi conseguenze: mina il consenso scientifico, ostacola la capacità delle autorità di rispondere efficacemente alla crisi e minaccia la sicurezza dei giornalisti e dei difensori ambientali che lavorano in prima linea.
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