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Restos du coeur si concentra sull'accoglienza dei bambini in Isère

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Rieccoci (di nuovo) per i Restos du coeur, che iniziano la loro 40esima campagna invernale. Con una capacità d'azione un po' ritrovata dopo la crisi dell'anno scorso. Per il grande bene dei beneficiari che torneranno a usufruire di 6 pasti settimanali, contro i soli 4 della scorsa stagione. Un miglioramento che permette anche ai Ristoranti di puntare sulla prima infanzia. In Isère, dal 1989, in rue Docteur Mazet esiste un baby ristorante che accoglie i bambini e i loro genitori indirizzati dai 6 centri di distribuzione “adulti” della metropoli di Grenoble.

Cercando di spezzare la catena della precarietà

Perché questo accento? Sylvie Hurrel, responsabile della comunicazione di Restos du coeur de l’Isère, spiega: “È soprattutto per non rinnovare, per non prolungare la precarietà dei genitori. Si dice che ci vogliano sei generazioni per uscire dalla precarietà, quindi si punta sulla prima infanzia per cercare di evitare il riprodursi della povertà“Concretamente le dotazioni”in particolare nei prodotti per l'igiene“, sono in aumento, indica Brigitte Cotte, responsabile dei ristoranti nel cuore della metropoli di Grenoble. Quest'anno, ad esempio, i pannolini saranno distribuiti fino a 36 mesi e solo fino a 18 mesi come prima. Nei ristoranti fuori metropoli questi le distribuzioni sono di competenza delle staffette “classiche” ma a Grenoble è competenza unica di Resto Bébé Un'antenna che, a lungo termine, dovrà subire anche profondi cambiamenti per accogliere meglio Un progetto da 85.000 euro per sviluppare l'ingresso,. oggi senza camera di equilibrio e con un gradino poco pratico per i passeggini, e poi allestire l'intero primo piano, un livello che oggi viene utilizzato per riporre gli indumenti per l'infanzia in condizioni non ideali, e che dovrebbe consentire anche di allestire un parco giochi e locali più silenziosi per l’ascolto e l’assistenza al di là dei beni di prima necessità, però”finanziata solo la prima tranche” spiega Jean-Paul Cézard, presidente di Restos en Isère, solo i lavori previsti al piano terra.

Coda davanti al Resto Bébé di Grenoble ©Radio Francia
Laurent Gallien

Tante storie angosciose e difficili

Perché al Resto Bébé i volontari distribuiscono pentolini, pannolini, latte, vestiti e anche qualche materiale (biberon, passeggini, lettini) ma vogliono anche aiutare nelle pratiche amministrative e addirittura, con l'aiuto di uno psicologo e di un'operatrice per l'infanzia, ascoltare e dare consigli. Cose che oggi sono quasi impossibili da fare pacificamente nell’“alveare” dei rumorosi locali di rue Mazet. Perché non basta fornire cibo per sfuggire alla povertà. In 20 anni di volontariato al Resto Bébé, Laurence Thomas, oggi co-responsabile di questa staffetta, ha visto “Famiglie africane che succedono alle famiglie rom“, che a loro volta hanno seguito altre migrazioni e pubblici più locali. Ma ogni volta era la stragrande maggioranza delle donne sole a presentarsi, in difficoltà tanto materiali quanto psicologiche. “Ci sono in particolarespiega Laurence Thomas, queste mamme africane che mi spiegano che hanno lasciato lì altri bambini, queste donne che hanno compagni in carcere, o altre che sono state abbandonate appena incinte“Tanta angoscia.”da cui ho la fortuna di poter uscire la sera” spiega questa volontaria esperta, ma le storie sono pesanti. E numerose: l'anno scorso i Restos du coeur de l'Isère hanno assistito poco più di 3.000 bambini da 0 a 18 mesi.

Il Baby Resto distribuisce piccoli vasetti di frutta e verdura ©Radio Francia
Laurent Gallien

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