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Haroun Bouazzi: un peso (molto pesante) per il Québec solidaire

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Per Québec solidaire, il “caso” Bouazzi è una bomba a grappolo. Le dichiarazioni provocatorie del deputato Haroun Bouazzi sul razzismo nell’Assemblea nazionale – su questo tornerò più tardi – non hanno finito di ferirlo.

Innanzitutto, le sue parole hanno messo in ombra tutto. Il consiglio nazionale. La nomina della co-portavoce Ruba Ghazal insieme a Gabriel Nadeau-Dubois. La svolta “pragmatica” di QS.

In secondo luogo, mettono in luce la mancanza di autorità dei due co-portavoce, dato che al QS è impossibile espellere un deputato senza il successivo consenso dei membri in un congresso o in un consiglio nazionale.

In terzo luogo, per un partito in cerca di carburante di fronte a un PQ annidato in cima ai sondaggi, l’ultima cosa di cui ha bisogno è un deputato capace di metterlo in imbarazzo così duramente su un argomento così delicato.

Anche la credibilità di Haroun Bouazzi è compromessa. Ciò indebolisce il caucus e mina la leadership dei co-portavoce e rende QS più vulnerabile agli altri partiti.

Un grande spreco a tutto tondo. Contrariamente a quanto dice Gabriel Nadeau-Dubois, no, la pagina non viene voltata. Poiché le parole hanno un significato, torniamo ora alle parole di Haroun Bouazzi.

Quest’autunno ha parlato davanti alla Club Avenir Foundation, un’organizzazione dedicata “all’integrazione delle comunità nordafricane nella società ospitante”.

Parliamo di razzismo

Bouazzi inizia il suo intervento in modo inequivocabile: “Vi parlerò del razzismo”, che lui definisce una costruzione della società, creando “una categoria alla quale assegniamo una cultura che, per definizione, è pericolosa, che è inferiore “.

Il razzismo si basa “sulla convinzione che esista una gerarchia tra i gruppi umani, un tempo chiamati razze” (Larousse), difficile contraddirlo.

E prosegue subito con il celebre passaggio: “Noi vediamo, purtroppo, e Dio sa se lo vedo ogni giorno nell’Assemblea nazionale, la costruzione di questo Altro. Di questo Altro che è nordafricano, che è musulmano, che è nero, che è indigeno, e della sua cultura che, per definizione, sarebbe pericolosa o inferiore.

Se seguiamo la sua stessa definizione, Bouazzi, contrariamente a quanto ha giurato, ha infatti accusato i membri dell’Assemblea nazionale, di cui è membro, di razzismo.

È chiaro, nitido e preciso. Ecco perché, alla fine della settimana, i membri di QS hanno commesso un grave errore.

Chiedi scusa o lascia il caucus

Nella loro risoluzione si afferma che “il Québec solidaire non sostiene e non ha mai sostenuto che l’Assemblea nazionale e i suoi membri siano razzisti”. Tuttavia, il loro deputato ha affermato il contrario davanti alla Fondazione Club Avenir.

Tanto che quest’ultima si è dissociata dai suoi commenti in un comunicato stampa. Questo dice tutto della clamorosa negazione nella quale sta sprofondando il signor Bouazzi. Ciò dimostra che questa risoluzione non è una “via di passaggio”, ma un vicolo cieco politico.

Avrebbe potuto però limitarsi a denunciare il governo CAQ che, per ragioni di parte, spesso attribuisce all’immigrazione la responsabilità di tutte le crisi sulle quali esso stesso ha perso il controllo.

La maggior parte degli analisti politici, incluso questo, lo notano da molto tempo. Bouazzi, però, ha scelto ben più campi minati.

Quello della parola “r”, con cui ha lubrificato l’intera Assemblea nazionale pur negando di averlo fatto dall’alto delle sue incessanti chiacchiere moralistiche.

Per questo motivo deve chiedere scusa o abbandonare il caucus. Altrimenti, invece di riprendere lo slancio perduto, QS si condannerà a trascinare questa pesantissima palla al piede.

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