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“Quattordici anni sono mostruosi”, dice l’ex marito della denunciante

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Lunedì 18 novembre, nel secondo giorno del processo davanti all'assise Lionel Agullo, il sessuologo del Périgord accusato di stupro da parte di uno dei suoi ex pazienti, l'ex marito della vittima, un contadino quarantenne, ha reso una testimonianza commovente sul banco dei testimoni.

“Non so come se la cava. Dalla denuncia presentata nel 2010 al processo che si svolge oggi sono passati quattordici anni. Quattordici anni sono mostruosi”, ha dichiarato, lanciando uno sguardo allo stesso tempo compassionevole e ammirato al denunciante seduto alla sinistra del suo avvocato, Me Trion.

La denuncia è scomparsa

Senza dare l'impressione di forzare il discorso, l'interessato ha prima accennato alle difficoltà incontrate dalla ex moglie per farsi ascoltare, sottolineando di sfuggita la discutibile accoglienza in commissariato, poi la misteriosa scomparsa della moglie sporta nel 2010. «Se la mia ex moglie non avesse scritto alla Procura due anni dopo per sapere a che punto fosse il procedimento, saremmo ancora alla stessa fase», si è rammaricato il quarantenne davanti ai giurati sbalorditi.

La persona ha poi descritto l'inferno vissuto dal suo ex, costantemente ricordato di fatti che vorrebbe dimenticare e dal fantasma di Lionel Agullo: “Riceve dalle due alle tre raccomandate al mese riguardanti i procedimenti avviati dall' imputato. È insopportabile. È sempre inquinata da questa faccenda”, ha riferito l'ex marito.

Una vicenda che non è rimasta priva di conseguenze sulla vita della loro coppia e, soprattutto, su quella del figlio dodicenne. “Quando rimase incinta, la mia ex moglie non volle sapere il sesso del bambino prima della nascita. Aveva paura di dare alla luce un bambino che potesse essere uno stupratore”, continuò il contadino con voce vuota.

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