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Il Senato vuole spingere il governo a far lavorare di più i dipendenti per finanziare le politiche per la vecchiaia

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In una delle stanze della casa di cura della residenza Kersalic, a Guingamp (Côtes-d'Armor), 16 ottobre 2024. LOUISE QUIGNON/DIVERGENCE PER “THE WORLD”

Lavorare di più per ricostituire le case di riposo, due terzi delle quali in deficit, sostenere i servizi di assistenza domiciliare, iniziare a finanziare una legge per gli anziani: per il Senato c'è urgenza. In occasione dell'esame del progetto di legge sul finanziamento della Previdenza Sociale (PLFSS), che inizia lunedì 18 novembre al Palazzo del Lussemburgo, Elisabeth Doineau, senatrice (Unione dei Democratici e degli Indipendenti, UDI) di Mayenne e relatrice generale del bilancio della Previdenza Sociale , difenderà un emendamento che stabilisce a “contributo di solidarietà attraverso il lavoro”.

Seguendo lo stesso schema della “giornata di solidarietà” creata nel 2004 dopo l’ondata di caldo del 2003, la misura impone ogni anno sette ore aggiuntive di lavoro non retribuito ai dipendenti del settore pubblico e privato. Ha tutte le possibilità di essere votato dalla maggioranza senatoriale di destra e di centro. I dipendenti potrebbero decidere, con il datore di lavoro o per filiale, la distribuzione, nel corso dell'anno, di tali ore di straordinario. I loro datori di lavoro pagherebbero, in cambio, una frazione dell’importo dei contributi previdenziali al Fondo nazionale di solidarietà per l’autonomia, che finanzia le politiche per gli anziani e i disabili. Sforzi ai quali, assicura il senatore, i francesi saranno d'accordo, purché lo capiscano « servono per affrontare il muro dell’invecchiamento che è davanti a noi”.

Il “contributo” libererebbe, secondo il senatore, 2,5 miliardi di euro all'anno. Il presidente del Senato, Gérard Larcher, domenica è sceso in prima linea per difendere il provvedimento: “Non possiamo lamentarci costantemente di non rispondere alla questione dell’autonomia e dell’invecchiamento senza rispondere con un approccio di solidarietà”ha supplicato in un'intervista a Giornale della domenica pubblicato sabato 16 novembre.

Un'idea “intelligente”.

Il primo ministro Michel Barnier è più dubbioso. “Sono molto riservato su questa idea, che è complessa da realizzare e che non sono sicuro darà ciò che alcuni sostengono”, confidò Francia occidentalegiovedì 14 novembre. Secondo le nostre informazioni, anche il signor Barnier non è favorevole all'introduzione del sistema tramite emendamento. A suo avviso è essenziale la consultazione preventiva delle parti sociali.

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Da parte sua, il ministro dell'Economia, Antoine Armand, ha giudicato l'idea giovedì a Sud Radio “giudizioso”. Lo ha affermato Laurent Saint-Martin, ministro del Bilancio «favorevole» Domenica su LCI. “Penso che tutto ciò che consente al nostro Paese di dimostrare che possiamo lavorare di più per partecipare allo sforzo di ripresa stia andando nella giusta direzione”aveva già detto il 29 ottobre su TF1. Ma “È un dibattito interno al governo, perché lo stesso primo ministro ha espresso riserve” sulla questione si è corretto domenica.

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