Il tribunale di Brest ha giudicato, lunedì 18 novembre, una donna di 35 anni e suo marito di 37 anni, di nazionalità rumena. Sono stati processati per venticinque atti di frode e abuso di fiducia commessi principalmente nella regione di Morlaix, Brest e in altre città della Francia, tra il 5 aprile 2019 e il 27 dicembre 2019. Assente al primo processo, il Il 15 gennaio 2024, e quindi giudicati in contumacia, sono stati arrestati in Romania, quasi cinque anni dopo i fatti, a seguito di un mandato d'arresto europeo emesso nei loro confronti.
Danno totale di 86.000 euro
Lo stratagemma della coppia «è estremamente efficace e senza remore», ha dichiarato il pubblico ministero. Gli sposi, infatti, contattano le persone che mettono in vendita le loro auto sul sito Leboncoin. Le transazioni sono agevolate da una società di copertura che inganna i venditori rassicurati da un numero Siret, un conto professionale e un timbro aziendale. Non appena l'assegno viene rifiutato dalla banca di questa società fittizia, i veicoli sono già rivenduti.
L'importo totale dei danni ammonta a 86.000 euro. Oltre alle auto ottenute secondo questo modus operandi, vengono inventariate anche una barca e una fisarmonica del valore di 600 euro.
“La gente voleva assegni”
In udienza, se i due imputati hanno ammesso venticinque reati, le loro spiegazioni sono state talvolta discutibili, soprattutto quando il trentenne ha sostenuto: “Ho offerto contanti per l’acquisto dell’auto ma la gente voleva degli assegni”. Inoltre i due imputati si sono affidati ad un terzo di cui avevano preso in prestito il nome per francesizzare la loro società di copertura. “State danneggiando noi ma anche la vostra comunità”, ha detto loro una delle parti civili. Un'altra vittima, affetta da disabilità, è rimasta sconvolta dalle manovre fraudolente che l'hanno privata del prezzo di vendita (6.700 euro) della sua auto adattata alla sua disabilità. Gli imputati hanno provato a rivalutarsi promettendo di risarcire i danni causati.
Secondo quanto richiesto dall'accusa, i coniugi sono stati condannati a 18 mesi di reclusione, di cui nove con sospensione condizionale per due anni, al divieto di commercio di automobili e all'obbligo di risarcire le parti civili.
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