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“Non moriremo senza dire nulla”: nel Tarn-et-Garonne, questi agricoltori sono pronti a rimobilitarsi

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Gli agricoltori sono delusi dalle promesse fatte loro all’inizio dell’anno.

Una squadra TF1 si è recata nel Tarn-et-Garonne per comprendere le ragioni della rabbia agricola.

Sulle strade della regione, ovunque segnali alzati annunciano il ritorno alle mobilitazioni.

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Agricoltura sotto tensione: rimbomba la rabbia

Dirigiti a Tarn-et-Garonne per incontrare due allevatori di pecore: Jean-Luc e il suo ex apprendista Antonin, 22 anni, che si è messo in proprio l'anno scorso. Il giovane agricoltore lavora 70 ore settimanali per uno stipendio mai garantito. “Riesco a guadagnare uno stipendio, ma ehi, non è nemmeno uno stipendio enorme”testimonia nel rapporto TF1 di cui sopra. Il suo stipendio è infatti di 1000 euro, cioè meno della metà del salario minimo mensile, se lo confrontiamo con le 70 ore di lavoro che svolge ogni settimana.

Osservazione della mobilitazione: il piano di battaglia degli agricoltoriFonte : JT 13h WE

Un trattore in panne, oppure i vaccini contro l'epidemia di peste ovina che colpì il suo gregge. Tanti eventi imprevisti costosi che richiedono flussi di cassa di cui non dispone. Per questo fa affidamento sugli aiuti della Politica Agricola Comune (PAC), ma spesso vengono pagati in ritardo. Stanno arrivando delle accuse. “Ieri ho ricevuto un camion carico di cibo, dovrò pagarlo, ma per farlo ho bisogno di questo aiuto”riassume il giovane allevatore.

Sulle strade della regione, ovunque, osserviamo i segnali stradali capovolti. Questo è il segno della rabbia agricola che è ancora presente, dall'inizio del movimento nel gennaio 2024. Si prevede un ritorno delle mobilitazioni affinché le promesse del governo siano finalmente mantenute, in particolare quelle di accelerare la semplificazione amministrativa. Da due anni, un coltivatore di cereali incontrato dal nostro team si avvale di un assistente specializzato in questioni agricole. Due giorni di lavoro alla settimana che non riusciva a gestire oltre al lavoro vero e proprio. Perché le procedure sono complesse, con regole che cambiano da un anno all'altro, e decine di documenti da fornire per ogni pratica.

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Oggi la Francia ha quattro volte meno agricoltori rispetto a quarant’anni fa. Un calo che i giovani agricoltori incontrati ad una rotonda vogliono a tutti i costi fermare. “Qui sopravvivono 67 agricoltori”spiega uno di loro, “siamo demoralizzati e disgustati perché non dobbiamo dimenticare che il mondo agricolo non morirà senza dire nulla”. Domani manifesteranno, come altri agricoltori in tutta la Francia, per avvertire ancora una volta dell'urgenza della loro situazione.


La redazione di TF1info TF1 | Relazione: Éléonore Payró, Séverine Fortin

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