L'uso dell'espressione “economia di guerra” da parte di Emmanuel Macron, nel giugno 2022, non ha mancato di sollevare le sopracciglia tra gli storici. “Una prima definizione corrisponde al modo in cui lo Stato alloca, o addirittura rialloca, dall’industria civile all’industria della difesa le risorse che considera critiche. Questo può corrispondere, a seconda delle epoche, al carbone, all'acciaio, al grano, come oggi ai metalli rari. Lì troviamo tre dimensioni essenziali: allocare, pianificare, decidere”riformula Guillaume Lasconjarias, professore associato all'Università della Sorbona. Per lo storico, questa nazionalizzazione dei mezzi a fini di difesa risale in Francia all’affermazione della monarchia cosiddetta “assoluta”, sotto Luigi XIV.
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Per competere con la Compagnia olandese delle Indie Orientali, la Francia ha bisogno di risorse. Tuttavia, la marina reale aveva solo 18 navi in uno stato tale da non essere in grado di proteggere le navi mercantili francesi da pirati e corsari.
Jean-Baptiste Colbert, consigliere del re, immaginerà un progetto economico completo: attrezzare i porti, modificare la legislazione fiscale, creare società commerciali (come la Compagnia delle Indie Orientali), costruire arsenali, costruire una guerra navale. Arrivò al punto di ripensare la gestione delle foreste reali e di richiedere che parte di ciascuna foresta fosse preservata in fustaie per i cantieri navali. Quando Colbert morì nel 1683, la Francia aveva 276 navi da guerra, tutte realizzate in legno francese.
“Riorganizzazione degli strumenti industriali”
La guerra civile americana è un altro esempio della mobilitazione di uno strumento economico al servizio di un conflitto. La prima guerra che si possa definire totale durò quattro anni (1861-1865) e mobilitò 3 milioni di combattenti. Ma soprattutto metterà in contrapposizione un Nord industriale, i cui strumenti di produzione e logistica sono efficienti, con un Sud rurale, che ha solo il “re del cotone” come risorsa principale.
Nel continente europeo, durante la prima e poi la seconda guerra mondiale, si svilupperà anche uno strumento di guerra, mobilitando tutte le possibili risorse umane e materiali. “Nessuno si aspettava che il conflitto durasse così a lungoricorda Guillaume Lasconjarias. La proprietà statale sarà necessaria per riorganizzare gli strumenti industriali. »
A partire dal 1915, la crisi dei bombardamenti, che riguardò l'intero approvvigionamento di armi e munizioni degli eserciti, portò a misure provenienti dai vertici dello Stato. In Francia si decise di ritirare i lavoratori dal fronte per reintegrarli nelle fabbriche di armi. Furono creati nuovi laboratori, come quello della Michelin nel sito di Gravanches, a Clermont-Ferrand, che produceva 60.000 proiettili al giorno nel 1916, ovvero da due a tre treni di munizioni al giorno.
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