In un incontro di straordinaria bellezza, il XV di Francia sconfisse la Nuova Zelanda e incendiò Saint-Denis. Che piede era!
Ci è piaciuto tutto di questa Francia – Nuova Zelanda. L'irreale allestimento allestito allo Stade de France, prima del calcio d'inizio. La marsigliese a cappella, animata da questi 80.000 tifosi generalmente indifferenti alle prime gelate che hanno circondato la pianura di Saint-Denis, sabato sera. La Kapa O'Pongo isolata da un gioco di luci, un preambolo sublime al quale i Tricolores hanno voluto solo opporre una linea blu, accademica ma rispettosa. Il sorriso sugli spalti di Léon Marchand, il grande uomo dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. La furia e il rumore che solo le grandissime partite di rugby hanno, per quello che contengono di angoscia, suspense, spettacolarità e ferocia, sanno scatenare nei nostri. nobile regno. Questa partita? Aveva così sia la bellezza del diavolo che lo chic di una serata Belle Époque. Tanto plasmato dalla tecnica individuale degli All Blacks e da quei passaggi con la linea che tante volte squarciò la cortina tricolore, quanto esaltato dalle epiche sequenze difensive legate al nord di Parigi da Antoine Dupont e compagni.
Una vittoria più significativa delle precedenti
Perché c'era in fondo tutto il bello del rugby, in questo unico incontro: una guerra di conquista diretta dominata in gran parte dagli All Blacks, gare, timbri e mete che sembravano rispondersi, qui schiacciate da Cameron Roigard, là segnate di Louis Bielle-Biarrey, sul quale ci si chiede se esista oggi un giocatore più veloce nel circuito internazionale.
Avremmo fatto un passo del genere se il XV di Francia avesse finalmente lasciato questa magnifica partita agli ospiti della sera? La questione non ha motivo di essere, così, calda, in un momento in cui siamo tutti ancora stregati dalla terza vittoria consecutiva della banda di Galthié contro la nazione che, non riuscendo a inventarlo, ha reinventato il rugby. Al momento di concludere, diciamo soprattutto che le due volte precedenti, gli All Blacks non avevano presentato a Saint-Denis né la stessa potenza di fuoco, né gli stessi individui, la Nuova Zelanda del 2020 avendo indicato come esempio le “SDF” con in mano il Montpellier George Bridge o il Toulouse Nepo Laulala, di cui ora conosciamo il vero livello di gioco, le loro rare uscite nella Top 14 hanno contribuito a smascherarli. In ogni caso, e se la vittoria francese non è stata certamente così autoritaria come le precedenti, ha, vista la superba opposizione vista sabato sera, il valore di mille altre… In attesa del seguito!
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