Sessant'anni dopo il viaggio del generale de Gaulle in America Latina, Emmanuel Macron è volato in Argentina, prima in Brasile e Cile.
Pubblicato il 16/11/2024 08:20
Aggiornato il 16/11/2024 08:44
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Il viaggio di sei giorni che Emmanuel Macron inizierà sabato 16 novembre, 60 anni dopo il viaggio del generale de Gaulle, gli permetterà in particolare di partecipare al G20 di Rio de Janeiro. L'obiettivo è rafforzare i legami con l'America Latina, in un panorama sconvolto dalla preminenza cinese e dalla prospettiva del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
La Cina è oggi il principale partner commerciale del Sud America. Pechino è in piena offensiva, relegando in secondo piano l’influenza degli Stati Uniti, anche se l’onda d’urto dell’elezione di Donald Trump sta scuotendo anche questa parte del mondo. L'argentino Javier Milei, libertario ultraconservatore, è appena tornato da Mar-a-Lago, dove si è presentato con il suo “amico” Donald. È lui che Emmanuel Macron incontrerà per primo sabato sera, convinto che si debba dialogare, anche con i suoi interlocutori più radicali. Tuttavia, collegarli a questioni globali, in particolare a quelle climatiche, è un programma vasto, con Javier Milei che condivide lo scetticismo assoluto sul clima con Donald Trump.
Quale terreno comune può allora difendere il presidente francese? Quello di “valori” e uno “storia”, sosterrà Emmanuel Macron giovedì in Cile, ma anche “l’economia di domani”afferma l'Eliseo. Un compito che si preannuncia complicato. Perché se la Francia ha bisogno, come gli altri europei, di accedere al vasto mercato sudamericano e di acquistare i suoi metalli rari, rifiuta con veemenza l’accordo quasi concluso con il Mercosur che rischia di incendiare le campagne francesi. Emmanuel Macron dovrà spiegarlo a Milei, poi al brasiliano Lula, che incontrerà lunedì e martedì al G20 di Rio.
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