Nato nel 1978 in Norvegia, Aslak Nore è cresciuto a Oslo. Dopo aver studiato alla New School for Social Research di New York, si unì al battaglione d'élite norvegese del Telemark in Bosnia. Avventuriero nel cuore, ha vissuto in America Latina e ha lavorato come giornalista in Medio Oriente e Afghanistan. Quello che ora vive a Marsiglia è vincitore del Premio Riverton, per il miglior romanzo poliziesco norvegese nel 2018, con “Ulvefellen”.
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In “Gli eredi dell'Artico” dipinge un ritratto dei Falck, una delle famiglie più potenti della Norvegia. Dopo aver fatto fortuna con la gestione commerciale delle imbarcazioni, hanno creato la Fondazione Saga, che garantisce la corretta conservazione degli archivi del loro paese e offre loro un posto strategico sulla scena geopolitica. Se il clan si divide tra quelli di Oslo e quelli di Bergen, la ricomparsa di Connie Knarvick, una lontana cugina, aggraverà i conflitti esistenti.
Quest'anno, dopo più di vent'anni di esistenza, il festival itinerante Lettres du monde organizza circa 70 incontri nell'arco di dieci giorni, diffusi in tutta la Nuova Aquitania. Dal 16 al 23 novembre, il festival farà tappa in cinque città del Grande Villeneuvois: inizialmente a Villeneuve-sur-Lot, poi alla Salle Valois di Laroque-Timbaut con la quebecchese Virginie DeChamplain, alla mediateca di Casseneuil con l'islandese Thora Hjörleifsdóttir, al cinema Utopia di Sainte-Livrade-sur-Lot con il portoghese José Vieira, e infine alla Salle des Noisetiers di Pujols con l'italiano Valerio Varesi.
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