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il Coordinamento Rurale delle Hautes-Alpes invoca una “rivolta agricola”

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Il Coordinamento rurale delle Hautes-Alpes indice una giornata di mobilitazione martedì 19 novembre per manifestare la sua rabbia contro il peso dell'amministrazione e la concorrenza sleale.

Quasi ovunque nelle Alte Alpi, i segnali suggeriscono la rabbia agricola e nuove azioni da anticipare. Installati dal Coordinamento Rurale delle Hautes-Alpes, sono contrassegnati da un semplice “Tic-tac”.

Un modo per instillare l’idea di una bomba a orologeria espressa dagli agricoltori che faticano ad arrivare a fine mese. Troppi vincoli amministrativi, troppi oneri e concorrenza sleale soprattutto nei confronti del mercato internazionale.

Contattato dal BFM DICI, il presidente del Coordinamento rurale, Serge Jousselme, elenca le molteplici ragioni di questa rabbia agricola che dal 2023 non si è mai veramente fermata.

“Esiste già il Mercosur che significa la scomparsa dell'agricoltura francese, se viene firmato così com'è. A livello locale, è tutta una questione di manutenzione dei corsi d'acqua e del piano lupo. Oggi rendiamo l'agricoltura ancora più complessa di quanto la semplifichiamo e il reddito non c'è (…) La rabbia è forte”, analizza Serge Jousselme.

Una giornata di “rivolta agricola”

Concretamente, l'Unione agricola chiede la fine della santificazione dei fiumi, l'annullamento del trattato di libero scambio dell'Unione europea con i paesi del Mercosur, una migliore compensazione per le perdite legate alla febbre catarrale degli ovini e una semplificazione delle norme amministrative, soprattutto per quanto riguarda il lupo Piano, e le zone Natura 2000, di cui chiede l'eliminazione.

Di queste battaglie si parlerà nel corso di un incontro programmato con il prefetto venerdì 15 novembre, oltre alla giornata di “rivolta agricola” già annunciata dal Coordinamento rurale martedì 19 novembre.

Per il momento non è stata prevista alcuna azione, ma il desiderio degli agricoltori è quello di tutelare i consumatori. Le azioni dovrebbero quindi concentrarsi sull’interruzione del corretto funzionamento dei servizi statali.

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