L'osservazione va contro il discorso politico sul presunto assistentato. Il Secours catholique constata un aumento del mancato ricorso al reddito di solidarietà attiva (RSA), nell'ultima edizione del suo rapporto dedicato allo “Stato di povertà in Francia”, pubblicato il 4 novembre (scarica qui).
Tra i “famiglie incontrate” dall'associazione, il tasso di “senza ricorso” a questo minimo sociale (635,71 euro per una persona sola, escluso il pacchetto abitativo di 76,29 euro), è balzato di 10 punti in tredici anni, dal 26% nel 2010 al 36% nel 2023, secondo il documento “Prestazioni sociali: quando la solidarietà svanisce”. Tutte le famiglie idonee all'RSA e che non lo ricevono “vivono al di sotto della soglia di povertà estrema, rispetto all’81% dei beneficiari”.
L'incremento del pro soluto è indicativo “distanza dai servizi pubblici, in particolare dagli enti di protezione sociale” e nasce da “la digitalizzazione delle procedure”stima giovedì con Grazie per l'informazione Daniel Verger, capo del dipartimento per l'accesso dignitoso al reddito, al lavoro e alle prestazioni sociali del Secours catholique.
Il pro soluto riguarda soprattutto i soggetti che, richiedendo la RSA, non ottengono il beneficio a cui hanno diritto. Secondo il nostro interlocutore, molte persone “si ritrovano soli davanti al computer o allo smartphone e fanno fatica a compilare moduli online”. Chi è isolato e ha recentemente subito un incidente nella vita, come la perdita del lavoro, la separazione o una malattia, non sa come riassumerlo nella propria cartella. Se alcune persone riescono a finalizzare la domanda, si vedono rifiutare il beneficio a cui hanno diritto a causa della mancanza di un documento.
Tra l'amministrazione e gli aventi diritto stanno emergendo “un’incomprensione e una sfiducia reciproche derivanti dal distanziamento causato dalla digitalizzazione”. Un tale fenomeno pesa sulla sensazione di “essere parte di una comunità”. L'aiuto nel completamento delle procedure è sempre più importante “su famiglie, assistenti sociali e associazioni”.
In un sondaggio pubblicato il 12 aprile dello scorso anno, il Dipartimento di Ricerca, Studi, Valutazione e Statistica (Drees) stimava il tasso di mancato utilizzo delle RSA in media al 34% (documento da scaricare qui). Una famiglia ammissibile su cinque non ha il minimo sociale “in via permanente per tre trimestri consecutivi”ha precisato l'amministrazione centrale dei ministeri della sanità e della società.
La solidarietà alla fonte può aumentare l’uso delle RSA? Daniel Verger ricorda il successo dell’altro aspetto di questa riforma, la ritenuta alla fonte sull’imposta sul reddito, entrata in vigore il 1° gennaio 2019. Ma sottolinea che la solidarietà alla fonte può aumentare il rischio di errore. Per il nostro interlocutore occorre associare l’attuazione della solidarietà alla fonte “supporto umano” accogliere il pubblico, contribuire alla compilazione dei moduli e verificare la completezza delle pratiche.
L’applicazione di questa riforma è iniziata il 1° luglio 2023 con l’obbligo per i datori di lavoro del settore privato di inserire nelle buste paga l’importo netto sociale corrispondente al proprio stipendio. Dal 1° ottobre, in cinque dipartimenti, è iniziata la sperimentazione di una semplificazione della dichiarazione trimestrale delle risorse sottoscritte dai destinatari della Rsa e del premio di attività.
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