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un’elezione e domande

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Tra un decennio, il Giura conoscerà il suo 24esimo ministro, che completerà la squadra dopo il ritiro del radicale Jacques Gerber. Una configurazione che prevarrà in linea di principio per un anno, fino al verdetto delle elezioni cantonali dell’ottobre 2025.

Dovremmo aspettarci una sorpresa il 24 novembre, come quelle del 1993 (perdita dei seggi socialisti e radicali) o del 2020 (il PS aveva vinto un mandato del PDC)? Se la campagna è calma, i giochi restano aperti. Appoggiato logicamente dalle forze di destra che restano discrete sul loro sostegno, il centrista Ajoulot Stéphane Theurillat sembra essere favorito dai pronostici. La sua elezione consentirebbe al governo di rimanere più o meno sul suo attuale asse politico, con un centrista piuttosto a destra che sostituirebbe il PLR. Ma Pauline Godat, candidata verde fortemente sostenuta da tutta la sinistra, forse non ha detto la sua ultima parola. La sua nomina sposterebbe radicalmente a sinistra il centro di gravità politico del governo. La sorpresa finale sarebbe l’elezione di Pascal Prince, ma bisogna ammettere che il suo seguito faticherà ad essere abbastanza numeroso da portarlo alla vittoria.

Gli abitanti del Giura oseranno passare a un governo più verde, di sinistra e a maggioranza femminile? Sul piano della rappresentanza regionale, elemento a nostro avviso troppo pesante, l’arrivo di Stéphane Theurillat vedrebbe un Ajoulot sostituire un Ajoulot. L’elezione di Pauline Godat darebbe un secondo seggio a Franches-Montagnes. Una prospettiva che potrebbe dare filo da torcere tra un anno a David Eray, che ha sempre capitalizzato le origini di Taignon.

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