Da mercoledì 13 novembre 2024, la prefettura dell'Aveyron ha autorizzato i colpi spaventatori mirati ai grifoni per “rispondere alle crescenti preoccupazioni degli allevatori riguardo alle interazioni osservate”.
La prefettura dell'Aveyron ha appena emanato il decreto relativo a “misure sperimentali di paura” nei confronti del grifone per “rispondere alle crescenti preoccupazioni degli allevatori di fronte alle interazioni osservate”.
“Dal 2020, sono state registrate più di 170 segnalazioni tra grifoni e bovini, in particolare nei settori di Lévezou e Aubrac, sollevando forti interrogativi tra i professionisti dell'allevamento, che non hanno familiarità con la presenza degli avvoltoi”, completano i servizi della prefettura.
“Proiettili a salve”
Pertanto, “considerato il perdurare di queste situazioni e al fine di evitare interazioni attorno agli edifici zootecnici e nei pascoli in cui sono presenti bovini, verranno adottate misure di spavento in via eccezionale. Tali misure hanno ricevuto parere favorevole da parte del Consiglio scientifico regionale per Natural Heritage (CSRPN) dell'Occitania, finalizzato a respingere i grifoni utilizzando munizioni non letali (“proiettili a salve”), volti a farli prendere il volo senza pregiudicare il loro stato di conservazione”.
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Queste sparatorie “avranno luogo solo nelle aree in cui si nota una presenza insolita e significativa di grifoni”, avvertono i servizi statali. “Qualsiasi intervento dovrà essere autorizzato dal prefetto e dai suoi servizi, e solo le persone che hanno seguito una formazione specifica impartita dall'Ufficio francese per la biodiversità (OFB) e dalla Direzione territoriale dipartimentale (DDT) saranno autorizzate a precedere questi spari spaventosi.”
Un provvedimento “ingiustificato”.
Diverse associazioni animaliste hanno denunciato un provvedimento “ingiustificato e potenzialmente pericoloso per la specie”. “Questi colpi non risolveranno in alcun modo i problemi sollevati da alcuni allevatori, ma potrebbero causare gravi disagi alle colonie di avvoltoi durante la stagione riproduttiva e indebolire gli sforzi di conservazione portati avanti per decenni”, ritiene la LPO.
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