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Marco Mouly, protagonista della truffa della “carbon tax”, condannato a tre anni di carcere e nel mirino di un mandato di cattura

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Il truffatore francese Marco Mouly arriva alla corte di Parigi il 13 marzo 2024. TOMMASO SANSONE / AFP

Marco Mouly, figura del gigantesco truffatore “tassa sul carbonio”è stato condannato in contumacia, martedì 12 novembre, dal tribunale di Parigi a tre anni di carcere per aver organizzato la sua insolvenza. L'uomo, 59 anni, tornato in detenzione a marzo a seguito della revoca parziale di una pena sospesa risalente al 2019, è stato rilasciato il 2 novembre. È stato dichiarato colpevole dal tribunale di aver organizzato la sua insolvenza per non ripagare i suoi debiti giudiziari.

Questi nuovi reati, commessi in stato di recidiva giuridica, ne sono la prova “chiaramente non ho imparato la lezione” delle sue precedenti condanne, ha dichiarato il presidente, per giustificare l'emissione di un mandato d'arresto contro l'imputato, assente all'udienza.

In questo caso gli veniva imputato in particolare di aver ridotto i suoi diritti d'autore sui contratti di edizione, soprattutto del libro di cui era coautore, Il Cavalle (2022), o addirittura avere un reddito nascosto come parte di un contratto di influencer per il primo “papassa d’influenza” Magali Berdah e suo marito, Stéphane Teboul.

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“Inganno”

Mardoché Mouly, detto Marco Mouly, è stato processato anche per aver creato una società, la SAS I Trade, priva di vera e propria attività economica. In questo procedimento è stato riconosciuto colpevole anche di abuso di beni aziendali. La Corte ha osservato il “inganno” messo in atto dall'imputato “danno alla società nel suo insieme”evocando a “particolare ingegno” del suo funzionamento e la creazione di una sede centrale fittizia “per ingannare” i servizi di integrazione e libertà vigilata del detenuto che lo ha seguito.

Il 25 settembre, il pubblico ministero ha chiesto nei suoi confronti quattro anni di reclusione nonché l'interdizione permanente dalla gestione di un'impresa, precisando che il signor Mouly avrebbe volontariamente evitato di ottenere “redditi pignorabili”impedendo il rimborso dei suoi debiti legali.

A fine giugno 2017 il signor Mouly era già stato condannato in appello a otto anni di reclusione e a un milione di euro di danni nel cosiddetto “tassa sul carbonio”vaste frodi IVA sul mercato dei diritti di inquinamento. È stato anche condannato, insieme agli altri coimputati, a pagare allo Stato francese una multa di oltre 283 milioni di euro.

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