Il governo prevede di tagliare 4.000 posti di insegnante entro il 2025.
Una misura difesa venerdì da Nicolas Sarkozy che ha accusato la professione di lavorare “24 ore su 24, sei mesi all'anno”.
Le cifre contraddicono ampiamente questa idea preconcetta.
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Voleva presentare “fatti” ma soprattutto diffondere idee preconcette. Invitato questo venerdì 8 novembre agli “Incontri del futuro”, Nicolas Sarkozy ha attaccato lo statuto dell'insegnante. “È 24 ore su 24, sei mesi all’anno”ha detto sulla piattaforma, accusando alcuni insegnanti di scegliere questa professione “per le ragioni sbagliate.” “Dobbiamo dire la verità”, ha anche insistito.
Metà del tempo di lavoro davanti agli studenti
Sul sito della Pubblica Istruzione (nuova finestra)le descrizioni del lavoro forniscono solo informazioni sul tempo incluso nel “l’obbligo del servizio di regolazione”. Cioè il numero di ore che un insegnante deve trascorrere davanti alla sua commissione. Oppure 24 ore settimanali all'asilo nido e alle elementari poi 18 ore settimanali (nuova finestra) nella scuola secondaria. Si ricorda però anche che oltre a questi “obblighi di servizio”, i professionisti devono organizzare a “Tempo di preparazione e correzione”senza specificarne la durata.
Ma è proprio su questo periodo che l'ex presidente della Repubblica ironizza, sorprendendosi che se ne possa parlare “preparare le lezioni nella sezione materna e senior”. Come sottolinea il ministero, oltre alla correzione delle copie e alla preparazione dei corsi, occorre anche tenerne conto “Incontri scolastici e rapporti con i genitori”. Queste attività “non vengono presi in considerazione nell'obbligo del servizio di regolazione”.
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Cosa sappiamo allora dell’orario di lavoro “effettivo” nella professione? Secondo un rapporto pubblicato nell’ottobre 2022 dalla Direzione valutazione, prospettiva e performance (Depp), gli insegnanti delle scuole e degli insegnanti della scuola primaria trascorrono più della metà del loro tempo lavorativo davanti ai bambini (59%). Per gli insegnanti della scuola secondaria questa percentuale scende al 49%.
Mentre quasi il 40% del loro tempo lavorativo è dedicato alla preparazione delle lezioni, alla correzione di quaderni e documentazione personale, l'11% del loro tempo è occupato dal lavoro di squadra e dai rapporti con i genitori, dalla partecipazione al consiglio scolastico e dalla formazione didattica. Tant'è che, sommando questa serie di compiti, la metà degli insegnanti francesi lavora più di 43 ore settimanali, secondo la stessa fonte. (nuova finestra).
Per quanto riguarda l'importo delle ferie di cui possono beneficiare, anche in questo caso le informazioni dell'ex capo dello Stato sono alquanto fuorvianti. Delle sedici settimane di congedo scolastico a disposizione degli insegnanti, la metà lavora almeno 34 giorni, ovvero tra sei e sette settimane, “in particolare per compiti di preparazione e correzione”. Una realtà che è molto più vera tra i giovani insegnanti, che dedicano più giornate a queste preparazioni, che tra i più esperti. La metà degli insegnanti della scuola primaria di età superiore ai 45 anni afferma di lavorare 27 giorni durante le vacanze.
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In sintesi, la tesi secondo cui gli insegnanti funzionerebbero “24 ore su 24, sei mesi all’anno”è un'idea preconcetta ampiamente smentita dai dati dell'ultimo studio sulla questione. Tieni presente, tuttavia, che questi dati si basano su uno studio puramente dichiarativo e che possono variare ampiamente a seconda delle situazioni di ciascun professionista.
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