In un'intervista a La Dépêche du Midi, l'ex allenatore Pierre Berbizier racconta di essersi recato alla polizia la sera in cui era alla guida dei Blues (1991-1995). In particolare a Mendoza, in Argentina, dove quest'estate sono scoppiati i casi Jaminet e Jegou-Aradou.
Dopo un'estate da incubo per il rugby francese, nonostante la parentesi del titolo olimpico a 7, il XV di Francia cercherà di rinascere giocando in questo tour autunnale, con il primo incontro contro il Giappone questo sabato 9 novembre.
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L'occasione, senza dubbio, per evacuare finalmente l'esplosione di quella notte molto piovosa dell'inizio di luglio e della terza metà, vicino a Mendoza (Argentina), dove Melvyn Jaminet era più che commesso con commenti razzisti; e dove il 25 novembre verranno esaminati Oscar Jégou e Hugo Auradou, accusati di stupro aggravato durante l'udienza per l'udienza di licenziamento.
Dopo questi casi, la FFR ha cercato di riprendere il controllo, promulgando una carta di buona condotta volta, in particolare, a regolamentare il consumo di alcol da parte dei giocatori durante gli assembramenti.
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“Come staff credo che siamo responsabili in campo, ma anche fuori”
“Ho sentito nel discorso dell'allenatore che era a favore della responsabilità e dell'autonomia di tutti, ma ciò non esclude il controllo”, ha detto Pierre Berbizier, ex allenatore dei Blues (1991-1995), per il quale lo staff deve assumersi la responsabilità di evitare questi tipi di problemi. E lui stesso ricorda che quando era a capo di dove non dovevano essere non possiamo staccarci da quel ruolo.”
E per aggiungere: “Come staff, credo che siamo responsabili in campo, ma anche fuori. In più oggi con uno staff, un supporto fornito anche attorno al XV di Francia. Ciò che mi sorprende di più è che noi non riesco a trovare persone in grado di supervisionare con questi mezzi. Personalmente, quando ero alla guida dei Blues, eravamo in cinque: due allenatori, un medico, un fisioterapista e un accompagnatore.
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