Invitato questo venerdì dalle “Grandes Gueules” al salone del Made in France, Arnaud Montebourg ha criticato i leader politici e “l'ideologia liberale dominante”, responsabili secondo lui della debolezza dell'industria francese. L'ex ministro socialista ha attaccato anche la sinistra, accusandola di “aver mancato completamente la Nazione”.
Arnaud Montebourg, la politica non è più affar suo, ha insistito venerdì su RMC. “Le mie responsabilità sono imprenditoriali.” Ciò non ha impedito, però, all'ex ministro dell'Economia di François Hollande di criticare la sinistra, “la sua famiglia storica”, perché “si è persa completamente la Nazione”.
Il fuoriclasse del Made in France, che da diversi anni si è lanciato nell'apicoltura con la sua azienda Bleu Blanc Ruche, è stato ospite dell'evento Grandi Bocchein diretta dal Made in France Show (MIF), che si svolge fino a lunedì al quartiere fieristico di Parigi.
Una “ideologia liberale” che danneggia l’industria francese
Lo ha ripetuto più e più volte: “Non faccio più politica, ho questa possibilità. Queste faccende non mi riguardano più!”. Colui che due anni fa aveva guardato alle elezioni presidenziali, ora si pone come difensore dell’industria francese e del “patriottismo economico”.
Arnaud Montebourg contro il GG – 08/11
E se l’economia e l’industria francesi vanno male, per Arnaud Montebourg la colpa è del sistema politico e dei suoi leader. “C’è un problema sociologico. Sono sempre le stesse persone, fatte a stampo, e che ripetono sempre le stesse cose imparate nelle stesse scuole”, ha detto.
“C’è un’ideologia liberale dei nostri leader successivi, di destra o di sinistra. Io ero in un governo con leader liberali. Hollande era un liberale, Macron è un liberale”, dichiara Arnaud Montebourg.
Sinistra, destra, a sentire l'ex socialista, è la stessa cosa per quanto riguarda la concezione dell'economia e della difesa delle imprese: “C'è un'omogeneità nelle scelte. È sempre la stessa. Non ci sono persone che accettiamo che verrebbero a interrompere questi schemi”, criticando una “ideologia dominante” che sarebbe impossibile “superare”, con l'idea che non bisogna “mettere le mani nell'economia”.
Numero record di fallimenti aziendali
Secondo i dati della società Altarès, citati da Le Figaro in ottobre, la soglia record di 66.000 fallimenti d'impresa negli ultimi 12 mesi è stata appena superata. Una cifra che supera quella raggiunta durante la crisi dei mutui subprime tra il 2008 e il 2009, ha ricordato Arnaud Montebourg.
L'apicoltore sottolinea le bollette elettriche diventate troppo pesanti per le imprese ma soprattutto “errori nelle scelte politiche europee”. Anche in questo caso Arnaud Montebourg non può fare a meno di tornare in politica. “La sinistra ha completamente mancato la Nazione”.
Perché per l’ex candidato alle presidenziali del 2012 e del 2017 solo la Nazione può realizzare un “forte apparato produttivo”, e non certo “l’Ue, il mondo o l’OMC”. “Il finanziamento dell’economia in Francia non è buono, è troppo distruttivo, non abbastanza ottimista”. Niente più politica, ma il capo del Bleu Blanc Ruche si è comunque permesso una proposta: “Dobbiamo riformare le banche”.
Costruzione europea, “un concetto astratto” secondo Montebourg
Arnaud Montebourg è addirittura tornato indietro nel tempo fino al 1981, citando l'ex presidente socialista François Mitterrand. “Un giorno Mitterrand ci disse: 'Preferiremo qualcosa di più astratto, un concetto, la costruzione europea'”, ha ricordato, prima di continuare: “Lo abbiamo seguito e poi abbiamo capito che avremmo potuto accettare di costruire l'Europa se avessimo fatto Non abbandonare la Nazione Ma l'abbiamo abbandonata troppo, è stata la sinistra a ignorare la questione.
Ma l’ex ministro ha voluto essere ottimista. Secondo lui, il Made in France sta progredendo ed è diventato “un movimento sociale”. “I consumatori votano con la carta di credito”, ha sostenuto, prima di lanciarsi in un’invettiva infuocata: “Il patriottismo è l’amore per se stessi, non c’è odio, è costruzione, è solo positivo, mani tese, persone che si uniscono!”
Affermando ancora una volta di non essere più “in questa vicenda”, di intendere la politica, Arnaud Montebourg lo ha affermato sicuro di sé: “Non ho tradito nessuno, sono rimasto me stesso, perdonatemi!”.
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