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Di fronte al grifone, “soluzioni” dibattute in Aveyron di fronte al progetto di decreto prefettizio che autorizza i colpi spaventosi

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Dopo gli ultimi attacchi di avvoltoi, contro una mucca e il suo vitello, avvenuti il ​​24 ottobre a Sévérac-d'Aveyron, diverse associazioni di protezione degli animali si oppongono al progetto di decreto prefettizio che autorizza l'abbattimento degli avvoltoi che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi giorni.

Le immagini sono difficili e, come sempre, non hanno mancato di provocare la reazione dei sindacati degli agricoltori. Il 24 ottobre, a Séverac-d'Aveyron, una mucca e il suo vitello sono stati vittime di un nuovo attacco da parte degli avvoltoi.

La FDSEA dell'Aveyron e i Giovani Agricoltori hanno ricordato i fatti precedenti: nel maggio 2024 su mucche e vitelli a Ségur così come su pecore a Curan e Sévérac-d'Aveyron, e lo scorso 1 ottobre su un ottuagenario a Verrières. E ancora una volta i sindacati agricoli chiedono alla Lega per la protezione degli uccelli (LPO) e all'Ufficio francese per la biodiversità (OFB) di “cambiare velocemente discorso e smettere di nascondere il vero volto dell'avvoltoio“.

Munizioni non letali

Il 17 ottobre la prefettura dell'Aveyron ha presentato un progetto di decreto prefettizio che “esonera il divieto di disturbo delle specie protette del grifone”. “Considerata la persistenza di interazioni tra avvoltoi e allevamenti e al fine di prevenirle attorno agli edifici zootecnici e nei pascoli recintati dove sono presenti bovini, la presente richiesta di esenzione mira ad autorizzare l'attuazione di misure per tenere lontano il grifone”, precisa la prefettura servizi.

Queste misure sono però “prese a titolo sperimentale ed eccezionale” e “consistono nel far prendere il volo e allontanare gli uccelli utilizzando munizioni non letali”.

“Va sottolineato che questi colpi intimidatori non rischiano di causare un calo della popolazione di grifoni o di pregiudicarne lo stato di conservazione”, aggiunge la prefettura.

Il prefetto dell'Aveyron, Charles Giusti, assicura che il decreto verrà quindi emanato entro pochi giorni. “Abbiamo ovviamente consultato diverse autorità, in particolare il DDT, che hanno dato il via libera all'attuazione di questo decreto. Non si tratta di spari distruttivi, ma di spari a salve”, aggiunge il prefetto. “E a differenza del lupo, dove esistono diversi strumenti per cercare di evitare la predazione, per l’avvoltoio non esiste nulla di simile. Si tratta quindi di dare risposte agli allevatori”.

Ingiustificato e potenzialmente pericoloso

Tuttavia, diverse associazioni per la difesa della fauna selvatica si sono fatte avanti per denunciare questa decisione. “Questo progetto si estende su 102 comuni, ovvero circa il 43% del dipartimento […] L'associazione Focale pour le sauvage è fermamente contraria a questo sistema, che considera inutile, ingiustificato e potenzialmente pericoloso per i rapaci dei Grands Causses.”

L'associazione ricorda infatti il ​​ruolo svolto dall'avvoltoio e “la teoria degli attacchi, a lungo alimentata da aneddoti e casi isolati, è stata scientificamente invalidata. Gli studi dimostrano che, anche nei rari casi in cui gli avvoltoi sono intervenuti su animali vivi, ciò spesso implica situazioni di animali morenti e non attacchi attivi.

“I colpi spaventatori proposti da questo decreto tra il 1° marzo e il 15 novembre 2025 e 2026 non risolveranno in alcun modo i problemi sollevati da alcuni allevatori, ma potrebbero causare gravi disturbi alle colonie di avvoltoi durante la stagione riproduttiva e indebolirli gli sforzi di conservazione portati avanti per decenni”, stima la LPO (Bird Protection League).

Mancanza di conoscenza della specie

Per la LPO questo decreto prefettizio potrebbe portare a “gravi disturbi nelle colonie di avvoltoi durante la stagione riproduttiva e indebolire gli sforzi di conservazione portati avanti per decenni”. Le due associazioni evocano inoltre “una risposta sproporzionata” e “controproducente” mentre il testo ufficiale “è stato prodotto in modo sciatto e traballante con una totale ignoranza della specie e del suo ambiente rurale”.

Ognuna delle associazioni chiede che si tenga conto dei “dati scientifici” sull'argomento. E in particolare per sottolineare il ruolo dell'avvoltoio nella gestione delle carcasse, “mentre le disposizioni proposte (il decreto prefettizio) sembrano rispondere più alle pressioni di alcuni sindacati che a una reale necessità”.

La FDSEA e la JA restano sulla loro posizione: “L'avvoltoio deve rimanere uno spazzino, pulitore di cadaveri e non diventare quello che è oggi: un animale pericoloso per le altre specie compreso l'uomo”.

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