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Editoriale del venerdì: il vero inizio per il XV di Francia?

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Ci sono segnali del genere che non devono ingannare. Il ritorno di Antoine Dupont è simbolico ma, in realtà, molto di più. Senza fare veramente rumore o scalpore, il capitano dei Blues appartiene a quella casta di individui che cambiano un collettivo e lo abbelliscono, che gonfiano la sua fiducia, le sue convinzioni e il suo desiderio di ripensare la vita in grande stile. È quando Dupont scompare dal panorama che ci rendiamo conto della sua immensa importanza. L’abbiamo misurato bene, nell’arco di un anno intero. Ma Dupont tornerà e sarà presente, con i Blues du XV, per l'apertura di questo tour autunnale.

Ci sono anche questi messaggi forti lanciati dallo staff in queste ultime settimane. Quelle del gruppo dei 42, le sue entrate e uscite regolari durante tutta la preparazione. Ben presto abbiamo capito che la tendenza era verso uno sconto per Cameron Woki, “dimenticato” dal gruppo iniziale, rientrato solo grazie agli infortuni e infine nuovamente espulso, domenica scorsa.

Meno cruenti, altrettanto sorprendenti: Charles Ollivon, Maxime Lucu e Jonathan Danty, rimandati nei loro club a metà della scorsa settimana, lasciati a disposizione dei Top 14. Nessuno partirà titolare sabato contro il Giappone. Non più di Gaël Fickou. I giocatori esecutivi di Fabien Galthié, “mandato 1”. Un anno fa questo sarebbe stato impensabile. Ora è una realtà.

Da notare, per ciascuno dei giocatori citati, un denominatore comune: sono sulla trentina e, per alcuni, si avvicineranno anche ai 35 quando arriverà il momento dei Mondiali in Australia (2027). Una ventata di giovinezza? Non è così settario. Per il XV di Francia si tratta di trovare la giusta euritmia tra freschezza ed esperienza; guardare a dopodomani per gettare oggi le basi di un possibile successo globale, tra tre anni. È un equilibrio sottile e instabile tra l’obbligo di vincere adesso e il desiderio di prepararsi per il prossimo futuro. Il tutto reso ancora più pericoloso dalle cadenze infernali che scandiscono la Top 14, e che non risparmiano mai i corpi che invecchiano.

A pagare il prezzo di questa ricerca sono direttamente Jonathan Danty e Charles Ollivon, che non saranno presenti nel girone questo sabato contro il Giappone. A pagarla è anche Maxime Lucu, che sembra dover il suo posto nei 23 solo alla defezione di Nolann Le Garrec. Fickou, infine, è uno dei debitori, spinto in panchina dalla coppia di giovani (Gailleton-Moefana) e che, per la prima volta da secoli, scompare da un XV titolare per scelta del suo staff; non per costrizione.

Tempi brutti per i giocatori della dirigenza. Al loro posto vedremo quindi Gailleton, Moefana e Roumat. Anche Tatafu, entrato nel XV titolare dal suo grande esordio, approfittando dell'assenza di Atonio, 12 anni più grande di lui.

Tutti più giovani, quindi. Questa non è una coincidenza. Più mobile, anche, e questa è l'altra lezione delle (r)evoluzioni in atto tra i Blues. Un po' meno peso, un po' più movimento: la promessa del rugby che diventa più leggero e veloce? Questo è quello che vorremmo leggere, tra tutte queste righe commoventi, per questo tour di redenzione dove sarà tanto una questione di risultato quanto di modo e di immagine…

Questi segnali, questi messaggi, sono quelli di una nuova storia che deve finalmente essere scritta, dopo un anno trascorso a rimarginare una ferita che davvero non si rimarginerà mai. Un anno, inoltre, in cui ci siamo persi in troppi vagabondaggi extrasportivi che ci hanno fatto dimenticare l'essenziale: il rugby è uno sport, prima di tutto, e per giunta magnifico. La squadra francese è la sua più grande attrazione e sabato tornerà in campo. Con un nuovo inizio da realizzare.

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