DayFR Italian

La criminalità organizzata voleva attaccare il procuratore generale di Douai?

-

La criminalità organizzata ha superato un nuovo limite? La questione si pone dopo l'arresto, il 30 ottobre, di quattro uomini sospettati di aver pianificato di aggredire il procuratore generale di Douai. Come ha rivelato martedì il quotidiano Il mondogli agenti della polizia del Nord sono stati avvertiti in serata della presenza di veicoli sospetti nei pressi dell'abitazione di Frédéric Fèvre e si sono recati sul posto. Risulta che tre delle quattro persone arrestate sono già ben note ai loro servizi, in particolare per casi di rapina a mano armata e possesso di stupefacenti. Durante la perquisizione furono rinvenute munizioni, ma nessuna arma.

Il caso assume particolare delicatezza per il fatto che la persona presa di mira è un alto magistrato. La cosa è stata presa molto sul serio dalla Junalco (Girisdizione nazionale per la lotta alla criminalità organizzata), che si è fatta carico delle indagini. Il 2 novembre è stata aperta un'indagine giudiziaria. I quattro uomini sono stati incriminati dal gip con l'accusa di “associazione a delinquere e acquisizione” e di “detenzione di armi”, ovvero di “munizioni di categoria B”. 20 minuti la Procura di Parigi. Le indagini sono state affidate alla polizia giudiziaria del Nord e all'Oclco (Ufficio centrale per la lotta alla criminalità organizzata).

Una “squadra di piedini nichelati”

Secondo le nostre informazioni, i primi elementi dell'indagine rivelano però che gli indagati, delinquenti di “basso livello”, “non hanno legami con la criminalità organizzata”. Lo racconta una fonte ben informata della polizia 20 minuti che si tratti di una “squadra di piedi nichelati che voleva compiere un furto con scasso o una rapina in casa, magari con sequestro di persona”. “A priori non vi è alcun collegamento con l’attività del Procuratore Generale. Aspettavano soprattutto di trovare valori, beni, ecco ciò a cui aspiravano. Ma non sembra direttamente legato alle sue funzioni», continua la fonte. Il che tuttavia non esclude che “un giorno o l'altro” i narcotrafficanti attacchino i magistrati che li ostacolano nelle loro attività criminali.

Senza attendere l'esito dell'indagine, il presidente della Conferenza nazionale dei procuratori generali, Eric Corbeaux, ha denunciato mercoledì in un comunicato stampa fatti di “estrema gravità per l'istituzione giudiziaria, per coloro che la incarnano e per l'intera società .” “Un'azione del genere non potrebbe avere altro scopo se non quello di esercitare pressione sul nostro sistema di giustizia penale, indebolirlo e limitarlo e consentire che la forza e la violenza abbiano la precedenza sulla legge”, ha scritto il magistrato, procuratore generale a Poitiers. Ha chiesto alle autorità “di fare il punto sulla sicurezza di tutti i magistrati particolarmente esposti nell'esercizio delle loro funzioni di lotta alla criminalità”.

Le “risposte fragili” dell’istituzione

“È difficile in questa fase valutare se vi sia un reale aumento della minaccia generata dalla criminalità organizzata direttamente contro i magistrati”, spiega a 20 minuti Judith Allenbach, segretaria permanente dell'Unione dei magistrati (SM) e giudice istruttore a Parigi. “D'altra parte, ci sono questioni evidenti riguardanti la sicurezza dei magistrati specializzati nella lotta alla criminalità organizzata, che devono essere prese molto sul serio. Quando ci sono richieste di protezione avanzate a seguito di minacce individuate nel corso delle indagini, le risposte fornite dall'istituzione sono generalmente piuttosto fragili, o addirittura inesistenti. Meritano di essere migliorati”, insiste il magistrato. Molti dei suoi colleghi hanno avuto “difficoltà a ottenere una protezione credibile e seria” nonostante fossero stati “minacciati di intercettazioni telefoniche”.

Per il presidente dell'Union syndicale des magistrats (Usm), Ludovic Friat, è necessario “riflettere sullo stato della minaccia”. “Evidentemente non potremo mettere una guardia del corpo dietro i 9.500 magistrati in carica. Ma alcuni sono più esposti di altri, come i procuratori antiterrorismo o i giudici istruttore, quelli che lavorano sulla criminalità organizzata a Marsiglia. »

Il magistrato sottolinea anche la mancanza di “tutela e sicurezza delle giurisdizioni”, cioè dei tribunali. “Attualmente non ci sono più agenti di polizia nella maggior parte delle giurisdizioni, perché il Ministero degli Interni ha ritenuto che si trattasse di un onere eccessivo”, si rammarica 20 minuti. Si tratta quindi di aziende private “che garantiscono la sicurezza dei nostri concittadini, magistrati e personale giudiziario, ma con i loro mezzi”. “Se domani qualcuno arriva con un Kalash nell’aula di un tribunale, non potranno arrestarlo”, sussurra.

“Era chiaramente in pericolo”

Tuttavia non mancano gli esempi di magistrati minacciati. Ludovic Friat cita in particolare il caso di un giudice istruttore di Vaucluse che, nel 2022, “era stato minacciato dall’ambiente locale”. “La risposta della polizia e della magistratura è stata relativamente debole”, lamenta il presidente dell’USM.

L'indagato è stato infatti assolto lo scorso giugno dal tribunale penale di Avignone, come riportato Provenza. La parte civile ha impugnato la decisione. “La collega è dovuta andare lontano, cambiare funzioni e ambiente di vita perché era chiaramente in pericolo. »

Related News :